Scerbare la città diventa un evento
SCIACCA. Siamo abituati talmente al nulla che una mollica ci sembra un chilo di pane. Siamo abituati a non percepire l’ordinaria amministrazione, figiriamoci a immaginare una programmazione seria di sviluppo della nostra città che guardi avanti e sia lungimirante. Una città “ombelico” del mondo, a perenne vocazione turistica che in cui il medesimo turismo rimane sempre una vocazione senza prendere i voti. Siamo abituati ad una qualità di vita talmente bassa che non ci lamentiamo più. Abbiamo reso (hanno, gli amministratori) l’ordinaria amministrazione come manna che cala dal cielo. L’ordinaria amministrazione diventa, quindi, momento di referenzialità, di comunicazione mediatica, di mostrare che l’amministrazione c’è.
L’ordinaria amministrazione non è un fatto nuovo, lo ereditiamo da tempo. In verità, c’è stato il tempo in cui opere pubbliche si sono viste e hanno cambiato anche il volto della città. Un esempio per tutti, la riqualificazione del centro storico, o quella che da piazzetta Campidoglio ha interessato una vasta zona fino alla via Caricatore e al porto.
La città in cui viviamo è sporca, senza servizi, rumorosa e disordinata. Il susseguirsi delle stagioni, fortunatamente, rimane invariato. Ma pulire le spiagge in piena estate diventa un “evento”. Come evento diventa la scerbatura, con tanto di foto e comunicati stampa.
Vorremmo che l’ordinaria amministrazione fosse tale, senza spettacolarità. Il minimo essenziale per mantenere il decoro della città è un diritto di tutti i saccensi.
Filippo Cardinale