SBARCO CLANDESTINI TIMPI RUSSI: TESTE SCAGIONA I DUE EGIZIANI
Punto a favore della difesa nell’ambito del processo contro l’immigrazione clandestina, nel quale sono imputati Said Ibrahim Mohamed Al Adawi ed Elpprince Rshad Hassan (difesi dagli avvocati Antonio Palmieri e Pietro Russo quali presunti scafisti nello sbarco di immigrati avvenuto nell’estate del 2011 sulla costa est di Sciacca, a Timpi Russi.
E’ stato ascoltato l’ultimo teste della difesa, Rezk Sayed, testimone oculare dei fatti, facente parte dei clandestini partiti dall’Egitto e minorenne all’epoca dei fatti. Il teste, che vive tuttora in Italia, è stato rintracciato dopo lunghe ricerche dei due difensori grazie all’ausilio delle varie Questure e del personale delle Comunità dove è stato ospitato dopo lo sbarco. Rezk Sayed ha riferito sulle varie fasi del viaggio che lo ha portato in Italia. Ha detto di essere partito con altri due amici da un paesino dell’Egitto, di essere giunto ad Alessandria e da lì partito con gli altri clandestini verso la costa egiziana dove li aspettava l’imbarcazione per la traversata. Nel corso dell’audizione, l’egiziano, visionato il fascicolo fotografico agli atti del processo, ha riconosciuto alcuni dei clandestini identificati dalle forze dell’ordine dopo lo sbarco, indicando chi guidava l’imbarcazione durante la traversata, chi cucinava.
“I soggetti indicati dal teste sostanzialmente coincidono con quelli già indicati nel corso dei precedenti interrogatori dagli stessi imputati”, spiegano gli avvocati Palmieri e Russo. Il teste ha negato ogni partecipazione degli imputati all’organizzazione del viaggio, spiegando di non averli mai visti pilotare o cucinare durante la traversata. Dopo la testimonianza di Rezk Sayed, il pubblico ministero Giovanni Lucio Vaira ha invitato il Tribunale a valutare l’attendibilità del teste (le cui dichiarazioni si sono rivelate difformi rispetto a quelle di altri testi precedentemente sentiti in incidente probatorio, e poste a sostegno dell’accusa), mentre i difensori degli imputati hanno chiesto di sentire un altro dei clandestini (indicato dal teste in udienza, e a quanto pare tuttora in Italia).
Il tribunale, ritenendo ormai completa l’istruttoria dibattimentale, ha invece rinviato per la discussione alla prossima udienza del 29 aprile, per giungere alla sentenza.
Durante lo sbarco, un immigrato egiziano, minorenne, nel saltare dalla poppa dell’imbarcazione, finì tra le eliche. Per lui non ci fu nulla da fare.