Sbarchi, Lampedusa scoppia. Dall’Europa tanta solidarietà a parole ma pochissima nei contenuti
LAMPEDUSA. Di Filippo Cardinale
Sempre la stessa musica: l’Europa sta a guardare. Il flusso dei migranti è ripreso in misura esponenziale e Lampedusa è nuovamente in difficoltà e l’Italia vive l’emergenza con la solita risposta da parte dell’Europa: tanta solidarietà a parole ma pochissima nei contenuti.
Il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, tenta il pressing sull’Unione europea per sottoscrivere una nuova intesa sui migranti. L’obiettivo è quello di non limitare la discussione ai cosiddetti ricollocamenti. Ora l’Italia è alla ricerca di una exit strategy innovativa.
Intanto, attualmente la solidarietà europea non contiene elementi pratici. Non solo tutti i partner dell’est europeo non ci pensano nemmeno a partecipare ad una redistribuzione dei migranti, ma difficilmente la Germania a quattro mesi dalle elezioni nel loro Paese può rendersi disponibile ad una soluzione che ampli i termini precedenti. Basti pensare che solo sei mesi fa proprio il blocco orientale suggerì all’Italia di istituire sul nostro territorio i centri di detenzione ora dislocati in Libia. Più una provocazione che una proposta. Figuriamoci poi se davvero può essere discussa la modifica del Trattato di Dublino.
Non è un caso che ogni ipotesi di nuovi patti sui ricollocamenti sono stati congelati se non archiviati.
Più fattibile sembra la possibilità di (provare) concordare dei finanziamenti comunitari per bloccare all’origine i viaggi della disperazione. In Libia e in Tunisia.
Ma c’è anche la situazione geopolitica. La precaria situazione in Libia dove nessuno sa quanto è saldo il nuovo governo e quanto è in grado di rispettare i patti. Il secondo si concentra sulla Turchia. Molti nell’Unione europea si sono convinti che l’improvvisa ondata migratoria sia l’effetto dello scontro di qualche settimana fa tra il presidente del consiglio e il turco Erdogan. Buona parte della Libia, infatti, è sostanzialmente sotto il controllo di Ankara.
Intanto, confrontando i flussi nel periodo 1 gennaio- 10 maggio 2020 e 2021, è facile constatare come il flusso migratorio sia diventato notevole. E ancora la stagione estiva deve entrare nel vivo e il bel tempo incrementa gli sbarchi: