Savarino: “C’è chi il rilancio del termalismo lo promuove a parole e chi con i fatti”

Giusy Savarino, Presidente Commissione Ambiente Ars

SCIACCA- Sulla problematica che riguarda il settore termale siciliano ed in particolare le terme di Sciacca e di Acireale, interviene il deputato regionale di Diventerà Bellissima, Giusy Savarino, referente di spicco del presidente Nello Musumeci. La Savarino chiosa che “è una storia travagliata quella dei complessi termali di Sciacca e di Acireale, tra sforzi economici del Governo Musumeci e tentativi parlamentari di rinnovare il settore e renderlo efficace volano di sviluppo e crescita economica”.

Il deputato agrigentino fa riferimento al disegno di legge di riforma del settore. ““Purtroppo il Ddl di riforma del settore termale, nato proprio su iniziativa parlamentare, è oggi stravolto e snaturato con stralci della Presidenza d’Assemblea regionale siciliana perché siamo in esercizio provvisorio. Anche noi in IV Commissione Ambiente abbiamo chiesto di rivederlo e proprio martedì prossimo faremo un’audizione in merito perché siamo convinti che la risorsa termale debba essere efficacemente sviluppata”.

“Il percorso avviato dal governo Musumeci sulle terme di Sciacca – prosegue la Presidente della IV Commissione Ambiente – è un percorso di rilancio che non ha precedenti e che prevede stanziamenti di fondi pubblici regionali, i cui lavori partiranno a breve, a risanamento del vandalismo e del degrado in cui le terme sono piombate in questi anni di abbandono dopo la chiusura del governo Crocetta”.

Savarino non dimentica di dirigere il dito di colpevolezza anche al Comune di Sciacca. “Contestualmente, visto che il mancato inventario dei beni del sito termale saccense da parte del Comune di Sciacca e il generale deperimento del patrimonio immobiliare ha fatto andare deserti i bandi regionali per l’affidamento delle proprietà, il governo Musumeci si è preoccupato di ristrutturare i luoghi con fondi regionali e in parallelo di far stilare a professionisti esperti in materia un piano industriale che rendesse appetibile l’investimento in ottica di un rilancio del turismo del benessere in Sicilia post pandemia”.

“Ecco la differenza – conclude l’on. Savarino – tra chi chiude le terme e le abbandona e chi invece lavora perché queste possano tornare sul mercato ed essere effettivamente appetibili”.