SANITA’, SCIACCA E RIBERA PENALIZZATE, AGRIGENTO, LICATA E CANICATTI’ PREMIATE. PIANO SANITA’ PIENO DI ANOMALIE
Ridotti i posti letto per acuti a Sciacca e Ribera. Aumentati ad Agrigento, Licata e Canicattì. Nella tarda serata, la Borsellino fa retromarcia.
La sanità si ferma al Fiume Platani. E come al solito, le strutture sanitarie di Sciacca e Ribera subiscono una penalizzazione mista a discriminazione. Insomma, la visione “agrigentocratica” della sanità agrigentina segue il suo corso. E’ una svista dell’assessorato regionale alla Sanità, o una precisa strategia dell’Asp di Agrigento?
A chi di dovere l’ardua sentenza. Succede che il nuovo piano sanitario messo a punto dall’assessore regionale Lucia Borsellino fa acqua, almeno in provincia di Agrigento. Nel Piano 2010 i posti letto per acuti in provincia di Agrigento erano 777. Col nuovo piano aumentano a 831 posti, 54 in più.
Logica vuole che l’aumento sia spalmato tra Sciacca, Ribera, Agrigento, Canicattì e Licata. Invece no. C’è chi ride e chi piange. Solo che a piangere sono sempre Sciacca e Ribera.
Sciacca nel 2010 ha 234 posti letto per acuti, nel nuovo piano scende a 221, cioè -13. Ribera nel 2010 ne ha 46, col nuovo Piano scende a 22, cioè -14. Sciacce e Ribera rapoprsentano il Distretto n. 2. L’unico in provincia di Agrigento a perdere posti, mentre l’altro Distretto agrigentino ne guadagna.
Assai critico il deputato di Articolo 4 Totò Cascio, componente della VI Commissione servizi Sociali e sanitari. “Non si comprende come è possibile che nel rimodulare i posti letto non si tenga conto del reale indice di utilizzo e specializzazione delle strutture ospedaliere. In una provincia come quella di Agrigento nella quale complessivamente il piano prevede un incremento dei posti letto, paradossalmente i posti diminuiscono nel distretto di Sciacca Ribera”.
La giornata di ieri scorre tra diversi mugugni. A Palazzo D’Orleans i deputati storcono il naso. Il Piano della Borsellino contiene tante zone grigie. “Troppi elementi inspiegabili”, dichiara il deputato Giuseppe Digiacomo. Poi, in tarda serata, il Piano 2013 viene rispedito indietro dal Presidente della Commissione Sanità dell’Ars.
Adesso occorre che, il territorio che fa riferimento a Sciacca e Ribera faccia da sostegno alle obiezioni del deputato Totò Cascio e faccia valere le ragioni del territorio stesso. Sindaci, consiglieri comunali, associazioni, ma anche altri parlamentari, devono alzare gli scudi. Altrimenti finisce che questo territorio sarà nuovamente maltrattato.
Totò Cascio entra nello specifico di Sciacca: “L’ospedale di Sciacca attualmente conta 26 posti fra UTIC e cardiologici con un indice di utilizzo del 125%. In pratica la richiesta è superiore all’offerta. A fronte di ciò i posti vengono tagliati. Altrove, con indici di riempimento del 70%, quindi con quasi un terzo dei posti che restano inutilizzati, la disponibilità viene incrementata. Scelte fuori da ogni logica che vengono replicate in varie altre strutture in diverse province”.
Nella nostra conversazione telefonica, il deputato Totò Cascio chiosa: “Sarebbe stato opportuno avere il coraggio di valutare le strutture ospedaliere e assegnare maggiori posti specialistici la dove ci sono eccellenze e capacità piuttosto che procedere con un vecchio modo di fare politica sanitaria ‘generalista’”.
Poi il sospetto: “O su questo piano c’è un accordo con i direttori generali e sanitari che, dunque mostrano, se non c’è cattiva fede, di non conoscere le loro stesse strutture ed il territorio che servono, o, ancora peggio, la Regione non ha tenuto in alcun conto le indicazioni provenienti da Asp e Aziende ospedaliere”, afferma Cascio.
Cascio ha preannunciato che presenterà un emendamento e proporrà per Sciacca 6 posti letto per l’oncoematologia.