Sanità, quel reparto Stroke Unit programmato e poi cancellato. Ora serve autorevolezza

SCIACCA. Dalla pandemia in poi non si è più parlato della istituzione all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca di un reparto Stroke Unit, ovvero un’area con posti letto dedicati alla degenza e alla riabilitazione delle persone colpite da ictus. In provincia di Agrigento il servizio è attivo dal 2017 al “San Giovanni di Dio” di Agrigento, renderlo disponibile anche nel versante occidentale del territorio provinciale fu una buona idea. Ma eravamo prima dell’emergenza sanitaria, la nascita del reparto Stroke Unit doveva essere preceduta dalla istituzione di un’unità operativa di neurologia, cosa che non è più avvenuta. L’ospedale Giovanni Paolo II, Dea di primo livello, era stato inserito nella rete regionale Stroke Unit nel 2019, per poi esserne estromesso.

Non avere nel versante occidentale della provincia di Agrigento e in quello orientale della provincia di Trapani reparti in grado di effettuare trattamenti e specifici per i pazienti colpiti da ictus celebrale, è una gravissima lacuna. Ma perchè l’improvviso stop e la diffusione di notizie che spostano il reparto Stroke Unit e Castelvetrano ? Sono i misteri della gestione della sanità siciliana, dove di cose strane se ne vedono spesso.

Lo scorso agosto, da una lettera dell’Assessorato alla Salute si è appreso casualmente che l’ospedale di Sciacca non faceva più parte della rete regionale Stroke Unit, che sarebbe trasferita a Castelvetrano. In questo modo Sciacca verrebbe a gravitare per il trattamento dei casi di ictus nel bacino Caltanissetta-Agrigento- Enna che, dal punto di vista viario, è molto carente, oltre che lontana.

Per tentare, in un estremo tentativo, di recuperare questo reparto salvavita, ci sono stati più volte gli interventi del locale Comitato Civico per la Sanità di Sciacca, che nella più recente presa di posizione ha chiamato in causa il sindaco Fabio Termine e lo ha invitato a mettersi con autorevolezza alla guida dei Comuni del comprensorio di Sciacca non solo per rivendicare la realizzazione di questo reparto, ma anche per avviare un potenziamento del personale in gran parte delle unità operative, dove si lamentano diverse carenze.

Il Comitato ha chiesto al primo cittadino di convocare i sindaci ed i deputati del territorio, affiché “si eserciti, con competenza e vera passione civile, il controllo politico sulla gestione sanitaria, ovviando cosi ad ogni possibile pressione di taglio particolaristico”. Ora tocca a Termine, come tanti gli chiedono, diventare baluardo della difesa della sanità a Sciacca per recuperare ciò che ci è stato tolto e ciò che probabilmente ci verrà ancora tolto se nessuno alzerà le barricate.

Giuseppe Recca