Sanità, accuse gratuite dal Cartello Sociale al Prefetto. Sindaci pronti a schierarsi con Romano. Corto circuito istituzionale
AGRIGENTO- Al centro di una lettera inviata al Presidente della Repubblica c’è il prefetto di Agrigento Filippo Romano. Ed è subito tempesta. A inviare la lettera a Mattarella sono stati i componenti del Cartello Sociale, don Mario Sorce, Salvatore Pezzino, Alfonso Buscemi, Emanuele Gallo e Gero Acquisto.
Il Prefetto di Agrigento è stato attaccato per non aver ricevuto il Cartello Sociale per i disservizi della sanità agrigentina. Un gesto che ha i crismi della sconsideratezza e della gratuità. Una lettera che manda alla comunità un messaggio distorto, quello del massimo rappresentante del Governo nazionale in provincia di Agrigento distante dalle esigenze del territorio. un gesto sconsiderato e gratuito. Alla lettera del Cartello segue una reazione dei sindaci che prendono distanza dall’iniziativa del Cartello Sociale. Cartello che ha tra i componenti il rappresentante della chiesa agrigentina, don Mario Sorce.
La sanità è un tema comune a tutta Italia, dall’estremo nord all’estremo sud. Tutti gli ospedali e pronto soccorso soffrono della stessa criticità: la mancanza di personale medico. Servono i medici e la provincia, così come molte altre realtà della penisola, pagano, salatamente, il prezzo della mancanza di personale e professionisti. E non è certamente colpa né di questo Prefetto, né degli altri che lo hanno preceduto.
Filippo Romano fin dal suo insediamento ha portato avanti, concretamente, l’impegno di rappresentare a Palermo e a Roma quali sono i bisogni della sanità agrigentina. ma il Prefetto è stato accusato dal Cartello Sociale di non aver “avuto alcun riscontro”.
Il Prefetto è impegnato con una emergenza immigrati di portata straordinaria. Probabilmente non ha avuto tempo e modo di convocare il Cartello sociale.
Ma non rispondere al Cartello Sociale non significa che il Prefetto non abbia mosso un dito. Appena lo scorso 10 agosto, dopo aver fatto una riunione con Asp, sindaco di Agrigento e Questura, ha messo nero su bianco che era necessario adottare determinate misure organizzative.
“Per fronteggiare la carenza di personale medico, oltre all’attivazione dei medici italo-argentini – ha scritto il prefetto di Agrigento – bisogna dare un indirizzo ai primari dei reparti per accettare pazienti, anche in soprannumero, provenienti dal pronto soccorso in osservazione breve o in via di dimissioni, in modo da consentire un turn over breve al reparto di emergenza”. Una raccomandazione scritta, quest’ultima, che ha avuto una valenza anche “sotto il profilo della tutela dell’incolumità della popolazione e dell’ordine pubblico”.
Prima ancora, il prefetto Romano si era messo a disposizione, per ogni interlocuzione e coordinamento per il pronto soccorso del “San Giovanni di Dio”, con la Regione Siciliana, rimarca un articolo di Agrigentonotizie a firma di Concetta Rizzo.
I sindaci dell’Agrigentino, da ieri, pare che si stiano muovendo – su input del sindaco di Naro, Mariagrazia Brandara, per scrivere una loro lettera al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Una lettera per sottolineare le criticità della sanità agrigentina, ma anche per esprimere un corale ringraziamento, “per l’impegno serio, concreto e fattivo”, al prefetto Filippo Romano che ha dimostrato di essere, a dire dei sindaci, “un punto di riferimento certo, proattivo, sempre disponibile, garantendo collaborazione e sostegno, a partire proprio dalla sanità”.
La lettera è stata già elaborata. “Risulta incomprensibile l’atto di accusa per insensibilità rivolto al Prefetto, ad opera del Cartello Sociale” – è stato scritto nel documento che è ancora, non essendo stato appunto sottoscritto, una bozza – . “Il prefetto, sempre attento ai fatti che hanno effetti sulla serenità dei cittadini agrigentini, ha assunto l’impegno di rappresentare – è stato di fatto confermato dai primi cittadini dell’Agrigentino – il bisogno di questa provincia di una sanità pubblica dignitosa”.
“Spiace che in questo tempo di foreste che bruciano, non solo metaforicamente, non ci si soffermi sugli alberi che crescono” – ha scritto nella bozza della missiva, da recapitare a Mattarella, Maria Grazia Brandara.
Lettera che, affinché possa testimoniare che sindaci e Prefetto sono sulla stessa barricata, dovrà essere ancora sottoscritta da tutti.
E al Prefetto si è rivolto il sindaco di Sciacca, Fabio Termine per chiedere un incontro per la programmazione di eventi. Non si placano le polemiche dopo lo stop, al secondo giorno della manifestazione Bilboa Vertical Tour, per una incompletezza, pare, nell’iter burocratico e delle autorizzazione. Una richiesta di incontro che a molti sembra come una sollecitazione a rimbrottare chi è preposto al rispetto delle regole e delle norme. In questo caso la Questura. C’è una preoccupante sorta di corto circuito istituzionale. Un messaggio pericoloso che si trasmette alla collettività
Filippo Cardinale