Salta assemblea Aica, sindaci impegnati in campagna elettorale
E’ andata a vuoto l’assemblea dei sindaci dell’Azienda Idrica Comuni Agrigentini che aveva all’ordine del giorno l’esame del caso dello scontro in atto tra due componenti del consiglio di amministrazione. E’ mancato il numero legale, diversi sindaci erano assenti e dopo la canonica attesa si dovrà adesso rinviare tutto ad una nuova convocazione, forse la prossima settimana.
Al cronista-utente appare sorprendente che con un ordine del giorno così importante, e in un momento così delicato del servizio idrico in provincia di Agrigento, la maggior parte dei sindaci soci non trovino gli spazi per partecipare ai lavori e per confrontarsi con i due componenti del Cda che sembrano oggi due “separati in casa”. Non è una giustificazione il fatto che in alcuni Comuni sia previsto il voto amministrativo e che ci sia in corso una campagna elettorale. Le criticità attuali del servizio idrico, imporrebbero maggiore determinazione, presenza e condivisione nel tentare di risolvere gli innumerevoli problemi finanziari e gestionali che non consentono di avere, in tutte le città, un servizio efficiente.
L’assemblea non c’è stata, ma nell’attesa dei sindaci che non sono poi arrivati, non sono mancati altri momenti di acceso confronto tra i i due “contendenti” ed i pochi rappresentanti dei Comuni presenti, segno che le ruggini non sono state superate e che la querelle sembra insanabile. E qualche sindaco comincia a pensare sul serio ad un ricambio ai vertici di Aica, percorso questo che per molte associazioni sarebbe invece deleterio, almeno allo stato attuale.
Ed a proposito di associazioni, la costituzione della Consulta e la elezione all’unanimità di Giuseppe Di Miceli a presidente, potrebbe dare vita ad una ulteriore divisione nel mondo purtroppo complesso del servizio idrico in provincia di Agrigento. Le voci critiche erano note, i continui rinvii nel varo di un importante organismo a tutela degli utenti la dicono tutta sul clima non proprio idilliaco tra le varie componenti. Ma ora pare c’è chi voglia impugnare la recente costituzione. Sarebbe stato violato l’articolo 48, comma 5, dello Statuto di Aica, che indica come condizione oggettiva necessaria per fare parte della Consulta, quella di dimostrare, nel corso degli anni e all’interno dell’ambito, di aver contribuito attraverso idonee e documentate attività a promuovere, sollecitare e attuare la ripubblicizzazione del servizio idrico. Della vicenda si sta occupando il Forum regionale per l’acqua pubblica e la divisione potrebbe aprire un nuovo caso nel campo minato del servizio idrico in provincia di Agrigento.
Giuseppe Recca