MONTE: ” SINDACO, SMONTIAMO LA TRANSENNA PSICOLOGICA”

Riceviamo la riflessione dell’ex assessore Salvatore Monte in una lettera inviata alla nostra redazione. Si tratta della riqualificazione di una delle più suggestive zone della nostra città, quella del Campidoglio fino scendere giù per le scale.  Un appalto pubblico iniziato e completato (e questa è già una buona notizia), ma che fa emergere anche un altro aspetto straordinariamente importate: è stato eseguito bene. L’Amministrazione attuale ha colto una importante necessità che proveniva dal “basso”, dalla gente: quella di consentire, nella zona riqualificata, solo il passaggio pedonale.

Qui di seguito, pubblichiamo la riflessione scritta del consigliere Salvatore Monte.

Gentile Direttore, 

mi permetto di scrivere alla sua testata giornalistica per esternare una riflessione inerente la nostra città. Mesi fa si è completata una delle opere pubbliche più affascinanti che questa città possa annoverare, ovvero la riqualificazione del quartiere marina. Scale, slarghi e vicoli sono tornati a risplendere adornati con pregiata ceramica saccense. Un fiore all’occhiello per la nostra comunità. Un pretesto per indirizzare, ancor di più, i turisti a “vivere” il centro antico della città. Un’opera pubblica voluta e portata a termine dall’Amministrazione Di Paola.

La discesa Campidoglio ha cambiato look, ha finalmente restituito dignità a quella “grande finestra sul mare” che si può apprezzare da piazza Duomo. A seguito di ulteriori interventi di carattere politico, la nuova Amministrazione, guidata da Francesca Valenti, ha deliberato la zona come “area pedonale”. Un epilogo più che corretto se consideriamo la volontà di tutelare questo grande lavoro di riqualificazione.

Ma, caro direttore, due cose mi stupiscono: la prima è che ad oggi, seppur i lavori siano stati consegnati, non si è minimamente proceduto ad una cerimonia di ufficiale inaugurazione e secondo, cosa sicuramente ancor più grave, è notare come l’ingresso al quartiere marina, da via Campidoglio, sia sbarrato con una classica transenna in plastica con applicato un divieto di transito. Comprendo bene che possa essere inteso come monito ma se proprio si ha timore di vedere un’autovettura sfrecciare all’interno della zona riqualificata, si potrebbe procedere all’installazione di vasi o piante ornamentali per delimitare via vittorio Emanuele con via Campidoglio.

Le due transenne, attualmente installate, sono l’anti senso estetico per eccellenza e con tutto il rispetto sono anche fuorvianti in quanto quasi tutte le arterie delle nostra città sono impreziosite da transenne che indicano buche, scarificazioni o perdite idriche. Via Campidoglio non è afflitta da nessuna di queste piaghe ma se proprio dobbiamo tutelare la zona dalla paura del nostro senso di inciviltà, che alberga già nel Vicino “parcheggio” di Piazza Duomo, allora si proceda ad una più degna tutela della zona con interventi artistici che collimano con l’intera riqualificazione. 

Sarebbe opportuno smontare psicologicamente  il ruolo della “transenna”. Non è un cancello, non è un spartiacque tra il bello ed il brutto, non è un allarme o un filo spinato. Occorre maggiore sensibilizzazione, occorre intervenire nelle nostre abitudini per tornare insieme a godere della nostra città, senza transenne e sicuramente senza auto. 

Auspico l’amministrazione si attivi. Sono sicuro che l’assessore Mandracchia, che per anni ha sottolineato le inefficienze dì questa città, possa adesso delineare soluzioni percorribili per  risolvere anche questo problema.

Cordialmente, Salvatore Monte

 

Gentile consigliere Salvatore Monte, la provvisorietà nel nostro Sud d’Italia è un elemento che per magia si trasforma in stabilità che dura nel tempo. E Sciacca è un terreno fertilissimo per far germogliare questo seme che poi diventa pianta secolare. Quella transenna, in un contesto architettonicamente e paesaggisticamente bello e suggestivo, rappresenta l’effetto che produce un pugno nell’occhio. La politica, da sempre, in questa città non è stata capace di trasmettere esempi di bon ton. Al contrario, si è dimostrata costantemente litigiosa. Sarebbe stato bello, da sempre, che tutti gli interventi mirati all’abbellimento e all’utilità della città- iniziati da un’amministrazione e completati da una di colore diverso – avessero trasmesso il senso della collettività, dell’unità di intenti per il bene pubblico, con azioni di condivisioni nelle occasioni di inaugurazione. Non voglio entrare nel merito della questione sollevata da lei e che riguarda l’inaugurazione. Appare assai banale che una festa “condivisa” trasmetterebbe ai cittadini una svolta che se ripetuta nel tempo limerebbe di tanto quella stupida dualità negativa che impera nella nostra città.

Filippo Cardinale