Rinasce il Mac di Gibellina intitolato a Ludovico Corrao
Sono ben 400 le opere che da mercoledi 21 luglio saranno esposte al Museo di arte contemporanea di Gibellina. Dopo trent’anni e vicende diverse, dopo l’ultima chiusura per ristrutturazione con fondi comunitari durata sei anni, il Museo d’arte Contemporanea di Gibellina riapre le porte, forte di un nuovo allestimento espositivo e museografico che raddoppia le opere in mostra. E mette in risalto il racconto di una comunità rinata nel segno dell’arte.
Il sogno e l’intuizione di Ludovico Corrao di ridare un volto umano alle strade troppo grandi per il semplice borgo contadino del Belìce prima del sisma del 1968 e di restituire bellezza dove ora esisteva solo cemento, ricomporre la memoria cercandola tra le macerie, ben presto si è trasformato in realtà.
Gibellina dopo il terremoto del 1968 non esisteva più, la ricostruzione l’aveva scrostata da vanedde, vicoli, piazzette di poche case, chiacchiere assolate; e resa una cittadina senza anima, senza giovani e senza vecchi. Giunsero in tanti a Gibellina, per restituire la memoria: dopo essere stato allontanato dalla gestione degli appalti, Ludovico Corrao è di nuovo sindaco e vuole rispondere a chi gli chiede di guardare avanti, ma senza dimenticare. Con l’appoggio – che mai gli mancò – di Pietro Consagra, Corrao chiama gli artisti che accorrono e punteggiano Gibellina di installazioni, architetture azzardate, virgole di contemporaneità. Era la prima cellula del Museo d’arte contemporanea di Gibellina, nel tratto di Enrico Baj, Corrado Cagli, Pietro Consagra, Mimmo Rotella, Mario Schifano.
Non esisteva una sede, le 83 opere della collezione Soldano furono momentaneamente conservate nella scuola elementare e da lì trasferite, un anno dopo, in un’ala dell’Istituto comprensivo Papa Giovanni XXIII. A distanza di trent’anni, il MAC – Museo d’arte contemporanea Ludovico Corrao viene riconsegnato alla comunità.