Rigassificatore di Porto Empedocle, l’ok del Tar. Ma ricominciano gli scontri
PORTO EMPEDOCLE- Nonostante la grave crisi energetica in corso con il continuo innalzarsi dei prezzi del gas, energia elettrica, carburante, e nonostante la palese necessità di creare fonti alternativi di approvvigionamento, sul rigassificatore di Porto Empedocle c’è chi storce ancora il naso. Come il Movimento 5 Stelle.
Dopo tredici anni dalla presentazione del progetto da parte di Enel, si riaccendono le speranze su una struttura strategica che sembrava essere stata sepolta. Il Tar di Palermo ha respinto il ricorso presentato dal comune di Agrigento, ha sbloccato il progetto per la realizzazione del metanodotto di Snam Rete Gas Spa «allacciamento terminale gnl Nuove Energie di Porto Empedocle». Contro il decreto dell’assessorato regionale dell’Energia che autorizzava l’opera, il Comune aveva proposto ricorso chiedendo di sottoporlo alla procedura di Valutazione di impatto ambientale. Il ricorso, ritenuto «infondato», è stato respinto dal Tar.
Ora l’Enel ha intenzione di rilanciare il progetto. I sindacati si dicono favorevoli e chiedono di fare in fretta, ma non si sono espressi sulla vicenda i sindaci di Porto Empedocle e Agrigento.
Ieri, il deputato del M5s all’Ars, Giovanni Di Caro, ha fatto sapere di aver presentato una interrogazione parlamentare con richiesta urgente di audizione in commissione Ambiente. «Autorizzazioni obsolete, Valutazione di impatto ambientale da rivedere, limiti di pescaggio, divieti di transito, impatto visivo in un territorio a totale vocazione turistica (Valle dei Templi, Parco letterario Luigi Pirandello), un’infinità di prescrizioni. Con la scusa della guerra e della crisi – sostiene Di Caro – il governo Musumeci non può far finta di non sapere quali sono state le causa ostative per la realizzazione del Terminale di rigassificazione di Porto Empedocle». Dunque, il M5S alza i paletti.
“Siamo favorevoli al rigassificatore non solo per ciò che rappresenta sul piano occupazionale, che comunque è un dettaglio dalle nostre parti, ma anche perché il momento storico che attraversiamo ci mette nelle condizioni di aprirci a nuove prospettive per non essere più schiavi della Russia», dice il segretario provinciale della Cgil, Alfonso Buscemi. «Fermo restando – aggiunge – che le energie rinnovabili sono la priorità e che però ci vuole tempo, visto il grande fabbisogno che abbiamo in Italia di energia, per evitare di essere succubi delle altre nazioni penso che un progetto serio, fatto bene, senza particolari rischi e quindi con tutte le garanzie dovute, si possa realizzare e che rappresenti un’opportunità per il territorio”.
“Riproporre la costruzione di questa infrastruttura energetica oggi è fondamentale per la nostra provincia, per la Sicilia e per il Paese- dice il segretario provinciale della Uil, Gero Acquisto-. Gli aumenti del costo delle materie prime e dell’energia ci impongono di riconsiderare il sistema di approvvigionamento delle materie prime soprattutto per ciò che concerne il gas. L’interesse di Enel sul progetto che riguarda la costruzione di un rigassificatore a Porto Empedocle e la recente sentenza del Tar che consente la costruzione del gasdotto che collegherebbe il terminale alla rete nazionale ci fanno ben sperare che qualcosa si muova ancora”
Contrario anche il presidente della Confesercenti agrigentina, Vittorio Messina: “Motivi di sicurezza e di compatibilità ambientale a ridosso di un’area di grande rilevanza culturale come il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, del Parco Luigi Pirandello, a ridosso di un’area che insiste su uno dei tratti più suggestivi della costa siciliana, che annovera il sito della Scala dei Turchi, conosciuto ormai in tutto il mondo, hanno provocato le legittime reazioni da parte del mondo della cultura e di tanti operatori economici che puntano alla valorizzazione di un territorio a vocazione turistica. L’impianto, a ridosso del centro abitato, nonostante le rassicurazioni di parte, non offre garanzie sulla mancata pericolosità dello stesso”, conclude Vittorio Messina.