Rifiuti, mazzata per i saccensi: nel 2020 costi aumentati di 1.9 milioni di euro
SCIACCA. Era prevedibile che il costo per la raccolta e smaltimento dei rifiuti sarebbe aumentato. Ma la realtà che oggi rappresentiamo, noi del Corriere di Sciacca, va ogni immaginazione.
Nel 2020 i rifiuti incidono nelle tasche dei contribuenti per un costo stimato superiore di 1.9 milioni di euro in più rispetto al 2019. Tale enorme differenza sarà trasformata in bolletta e l’aumento sarà spalmato in tre anni. Ma la batosta è forte, ma soprattutto delude quanti si attendevano una riduzione con l’avvento della raccolta differenziata. E’ necessario – al di là della cifra secca dell’aumento che trasforma i rifiuti come se si trattasse del prelibato e prezioso caviale di storione Beluga – spiegare alcuni punti per comprendere il forte sbalzo in alto della monnezza.
Una delle colpe più gravi è senza dubbio imputabile alla chiusura della discarica, gestita dalla Sogeir Gis, in contrada Saraceno-Salinella. Una chiusura che risale alla fine del mese di Gennaio 2020 e che ha, inevitabilmente, riflessi nefasti sui contribuenti. Il conferimento del sovvallo, infatti, a causa della chiusura, viene conferito in altre discariche. Per essere ancora più chiari, mentre pagavamo, a discarica Saraceno/Salinella aperta, € 82,50 a tonnellata, da febbraio dell’anno in corso il costo è più che raddoppiato: € 196 a tonnellata.
E pensare che, con l’emergenza coronavirus, il Presidente della Regione, Nello Musumeci, aveva autorizzato l’aumento della capacità dal 40 al 50% in deroga.
Altra colpa imputabile al vertiginoso aumento riguarda l’impianto di compostaggio di contrada Santa Maria, gestito sempre dalla Sogeir Gis. La sua limitata capacità e i lavori di ampliamento annunciati e mai realizzati costringono il Comune di Sciacca a trasferire il sovvallo e spesso anche la frazione umida in altre discariche.
Si stima che il porta a porta per il multimateriale secco (mastello giallo), circa 6.000 tonnellate annue, produca tra il 35-40% di sovvallo, oltre 2000 tonnellate pagate a 196,00 euro anziché a 82,50. Praticamente, il 137,57% in più.
Mentre dalla frazione umida circa 5000 tonnellate annue si producono circa 2000 tonnellate di sovvalli. Solo per il conferimento dei sovvalli in altre discariche si calcolano aumenti per circa 500.000 euro.
E se la discarica Saraceno Salinella non fosse stata messa a disposizione di altre società dalla Sogeir Gis, o addirittura provenienti da altre regioni, oggi potremmo ancora conferire nella discarica Saraceno Salinella senza questi aggravi di costi?
Qualcuno aveva suggerito a tempo debito le strategie da adottare ma non ha avuto il tempo di essere compreso. Quel “qualcuno”, che allora era assessore con delega ai rifiuti e oggi il semplice consigliere, e che all’anagrafe fa Palo Mandracchia, fu bruscamente azzerato (insieme agli altri 4 assessori). Ma dopo due anni, il sindaco disse a Paolo Mandracchia che forse presa da mille problemi era distratta e non aveva ben compreso. Constatazione giunta, purtroppo, in ritardo, a danno compiuto. Per latineggiare un pò, alea iacta est (a Bilbao, la suerte està echada).
Alle cifre che abbiamo indicato, bisogna aggiungere i costi straordinari, quelli causati dall’enorme numero di incivili che abbandonano rifiuti per strada conferiti come rifiuto. Costi di bonifica che superano le 250 euro a tonnellata.
Nel 2019 a ruolo l’introito da Tari è di 6.708.000 euro. Nel 2020 avremo un aumento della Tari del 30%. Un aumento che, per non traumatizzare i contribuenti, verrà spalmato nelle bollette per un triennio.
Facendo un raffronto degli ultimi tre anni si è registrata la seguente produzione dei rifiuti:
2018 circa 21.500 tonnellate, con una media mensile di 1.791 tonnellate.
2019 circa 23.000 tonnellate, con una media mensile di 1.916 tonnellate
2020 circa 14.500 tonnellate fino a mese di agosto, media mensile 1.812, media inferiore agli altri anni.
Possiamo dire, confortati anche dai numeri, che la produzione dei rifiuti è costante, nell’anno in corso vi sono meno rifiuti ma si paga lo scotto dell’aumento delle tariffe; principalmente si paga il caro prezzo di una gestione che non ha saputo programmare l’innovazione, l’ampliamento e soprattutto non ha compreso cosa avrebbe comportato la raccolta PAP (porta a porta), gestione avallata e sostenuta dal nostro primo cittadino che, insieme alla giunta e al residuo della (ex) maggioranza, va alla ricerca del capro espiatorio. Attendiamo le riunioni plenarie.
A onor del vero, nel luglio 2018 l’assessore regionale Pierobon, nella sala giunta del palazzo di città, disse che c’erano i presupposti per superare la crisi dei rifiuti. Riunione nella quale si discusse di modificare il progetto della Vasca V5 ritenuto faraonico e ripresentarlo con una riduzione dei costi di realizzo di circa sei milioni di euro.
Per noi, diventa prioritario che la vicenda affrontata con la pubblicazione odierna venga affrontata con una seria discussione in Consiglio comunale. Ad un patto, però, che non si rimetta il solito disco del “prima di noi”, del “passato”. Siamo nel presente, e l’immediato futuro non è roseo. La politica batta un colpo, se c’è. Molto probabilmente, per Mandracchia, è giunto il momento di togliere dalle sue scarpe un sasso che fa ancora male. Mandracchia aveva iniziato un processo di programmazione, captando anche opportunità offerte della Regione con riflessi di risparmio di 500.000 euro per l’anno 2018. Fu lasciato solo in quella scelta perché altri della sua giunta erano dubbiosi. La sua esperienza che non fu ripetuta. Siamo convinti che il suo azzeramento sia stato l’errore del quinquennio (non l’unico!). Non vediamo, oggi, sussulti di novità, di cambiamento. Anzi, assistiamo al già visto: addebitare la colpa ad altri. A proposito: che fine hanno fatto le teste che il sindaco disse di voler tagliare? Sono al loro posto a seguitare nell’irresponsabilità. Del resto, sono teste politiche e dove c’è essa il bene dei cittadini si infrange, si trita come un rifiuto.
Filippo Cardinale