RIFIUTI, LA REGIONE INDAGA SU 74 COMUNI. SCIACCA OK

Sui rifiuti la Regione siciliana indaga su 74 sindaci. Avrebbero sfruttato le pieghe delle leggi che regolano le emergenze per affidare senza gara il servizio di raccolta dei rifiuti e aggirare le norme anticorruzione. In Sicilia è un escamotage che coinvolge sempre più Comuni e che provoca la duplicazione di costi da coprire poi con fondi pubblici: per questo motivo l’assessore Vania Contrafatto ha denunciato il caso a Raffaele Cantone e alle Procure della Repubblica e della Corte dei Conti. Si tratta di affidamenti diretti fatti sfruttando l’articolo 191 del decreto legislativo 152 del 2006. È quello che dà mano libera in caso di emergenze che mettono a rischio la salute pubblica. Ciò che normalmente accade quando si blocca il servizio di raccolta e i rifiuti restano per giorni sulle strade. Il punto è che a quel punto si è già messo in moto un circolo vizioso che moltiplica i costi per la Regione e i Comuni. “In Sicilia accade di frequente – dice la Contraffatto -, che i sindaci non paghino le quote di propria competenza agli Ato. A quel punto però l’Ato non può pagare i dipendenti, che normalmente scioperano lasciando le città invase dai rifiuti”. Da qui nasce l’emergenza. Che normalmente ogni sindaco affronta con ordinanze d’urgenza che funzionano come un tasto reset di fronte a tutte le norme che regolano gli appalti.

Dei 74 comuni, 14 sono della provincia di Agrigento: Casteltermini, Castrofilippo, Comitini, Grotte, Joppolo Giancaxio, Lampedusa, Montallegro, Porto Empedocle, Racalmuto, Raffadali, Ravanusa, San Giovanni Gemini, Sant’Elisabetta e Sant’Angelo Muxaro.

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