RIFIUTI, ELEZIONE CDA SRR: PERSEVERARE E’ DA DIABOLICI
Domani, 14 marzo, si svolgerà l’Assembela dei soci, quindi dei 17 sindaci che fanno parte dell’ex Ato Ag 1, per eleggere il nuoco Consiglio di Amministrazione della nuovo società di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Come è noto, la vicenda ha suscitato un vero scandalo per la metodologia utilizzata. Una delibera ad hoc dell’Unione dei Comuni Quisquina-Magazzolo-Platani per affidare un incarico retribuito da dirigente a Vincenzo Marinello, commissario liquidatore della Sogeir. Una delibera firmata pochi giorni prima della costituzione della nuova società. Il tutto per “costruire” quel requisito che secondo alcuni sindaci, in testa quello di Bivona, richiesto dalle direttive della Regione. Quelle che parlano di dirigenti comunali. Solo questi possono essere nominati come amministratori delle nuove società di rifiuti.
Anche il Comissario Straordinario, Loredana Ferrara, ha scritto una lettera ai sindaci e all’Unione dei Comuni Quisquina-Magazzolo-Platani avvertendo che l’elezione scorsa sarebbe stata illegittima.
E’ una brutta storia, paradossale, incentrata tutto sul potere. Il potere di gestire una società nella quale scorrono centinaia di milioni di euro. Il potere di gestire una gran quantità di personale.
Eppure, c’è anche un Decreto Legislativo, il 39 del 2013 che vieta senza equivoci interpretativi di creare situazioni di conflitto di interesse nella publica amministrazione. E nella nuova Srr di conflitti di interesse ce ne sono parecchi. Marinello, in buona sostanza, fa da controllore e controllato.
I sindaci di Sciacca, Ribera, Caltabellotta e Calamonaci, sono stati messi in minoranza. A tirare i fili è il deputato regionale del Pd, Giovanni Panepinto, che è anche sindaco di Bivona. Stretto il legame politico tra questi e Vincenzo Marinello.
Nonostante il clamore suscitato dalla precedente elezione, per i restanti 14 sindaci, tra cui quelli di Menfi, Montevago, Santa Margherita Belice e Sambuca di Sicilia, Lucca Sicula, Villafranca Sicula e Burgio, non succede nulla. Sindaci che a parole predicano la legalità, la tarsparenza. Principi chepoi, nella realtà, vengono messi ins econda e in terza fila.
La vicenda sfocia nelle aule giudiziarie. I sindaci di Sciacca, Ribera, Caltabellotta e Calamonaci, stannio percorrendo la via giudiziaria. Si rivolgono al giudice affinchè stabilisca il rispetto delle regole e delle norme.
Ma la vicenda potrebbe avere anche altri e ulteriori risvolti, anche in tempi brevi. Risvolti che lascerebbero il segno e che evidenzierebbero come la classe politica e dirigente prosegua un percorso che vede saltare, a volte consapevolmente, le regole.
Se errare è umano, perseverare diventa diabolico. Qualcuno sottovaluta la questione, convinto di vivere nel far west. Attenderemo l’esito dell’Assemblea di domani. Attenderemo eventuali sviluppi di un quadro che non appare chiaro. Per niente chiaro. Alcuni elementi ci fanno pensare che i riflettori sono ben accesi. Riflettori che servono a fare chiarezza, luce.
Nel caso di responsabilità accertate e di violazioni di norme e direttive, questo giornale sosterrà una incessante battaglia contro chi annuncia di assumersi “responsabilità” ma solo a parole. Le responsabilità hanno un senso, un valore, soprattutto nei fatti.