RIFIUTI: DISCRIMINE TRA ZONE DELLA CITTA’
Un nostro lettore, ALberto Todaro, ci pone un interrogativo a proposito della raccolta dei rifiuti e dello stato di sporcizia in cui versano i cassonetti.
“Il cassonetto- ci scrive- significa puzza che è facilmente riconoscibile da tutti i nasi dei passanti, dà vita a scenari sconvolgenti di borse di plastica che volano da una parte all’altra e spazzatura che si allarga dapertutto; attorno al cassonetto inoltre si creano ecosistemi di cani, gatti, ectc. Soluzioni al sudicume del cassonetto ci sono, ma non per tutti; perché in alcune zone della città la raccolta differenziata “porta a porta” viene effettuata e in altre no? Perché alcuni cittadini oltre alla tassa comunale devono avere l’onere di dover portare la spazzatura al cassonetto e/o nei punto di raccolta e altri no?”
Giriamo la domanda all’Amministrazione e all’assessore di competenza, Gianluca Guardino. Lo stesso assessore ammette che “molti dei cassonetti collocati su tutto il territorio saccense, anche a seguito di una ricognizione effettuata dagli uffici, si presentano in pessime condizioni”. Guardino sottolinea che “proseguono le iniziative per garantire le ottimali condizioni igienico sanitarie in prossimità delle arre in cui sono collocati i cassonetti per la raccolta dei rifiuti”.
Guardino nota che molti vi sono molti “cassonetti vetusti e maleodoranti, perforati alla base, privi delle molle di ritorno del coperchio” e assicura un intervento nei confronti della Sogeir.
Rimane, comunque, l’interrogativo posto dal nostro lettore.