Rifiuti, acqua, un sistema in tilt che si trasforma in emergenza continua. Il rimpallo delle responsabilità
EDITORIALE DI FILIPPO CARDINALE
SCIACCA. Una costatazione va fatta. Va fatta raccomandando la classe politica di non agitarsi. Essa ha il compito esclusivo di organizzare i servizi che riguardano la collettività Ha il compito di assumere scelte e decisioni reali, come accade nel continente “civile”, come accade in Europa. Le emergenze non nascono per caso, come il risultato del tiro con i dadi (tranne che essi non siano truccati). La Sicilia vive da sempre l’emergenza rifiuti, l’emergenza acqua, l’emergenza sanità, l’emergenza occupazione, l’emergenza esodo dei nostri giovani. Sono temi atavici che non può risolvere il cittadino. A trovare soluzione è la classe politica attraverso una sana emanazione di leggi, di riforme. Una classe politica inadeguata produce riforme e leggi inadeguate. Questo accade in Sicilia e l’esperienza è evidente nel settore dei rifiuti, dell’acqua, della sanità. Una classe politica capace solo di pensare alla spartizione di poltrone, sottogoverni, di sistemazione di amici e amici degli amici.
Si creano riforme che partoriscono filiere gestionali – attraverso svariate forme giuridiche di società affidate agli amici senza preparazione e incapaci di gestire la propria famiglia- che si svelano come carrozzoni mandando in tilt i vari settori. Sui rifiuti si è detto di tutto e di più, e la classe politica non è riuscita a decidere sui termovalorizzatori, ad esempio. Una politica soggetta ai no altrui, evitando di assumere scelte. La politica è capacità di scelta, di determinazione, di lungimiranza. No in nome dell’ambiente ma che, paradossalmente, si riverberano negativamente sull’ambiente stesso.
Sciacca oggi vive una emergenza particolarmente insidiosa che riguarda i rifiuti. E’ vittima di un sistema impazzito e che è andato in tilt. La politica locale si è lasciata abbracciare mortalmente da “virtuosismi” inesistenti e proclamati inopportunamente, ma capace di distogliere l’attenzione dalla vera radice del problema. Si campa alla giornata, si campa mettendosi medagliette non meritate.
L’estate, a Sciacca, porta sempre il solito tema: l’aumento della quantità dei rifiuti. Per una città turistica appare ovvio che all’aumento delle presenze si genera l’aumento della quantità di rifiuti. Ma sono tappe talmente scontate che andrebbero prese di petto in tempi utili. E’ molto tempo prima dell’arrivo dell’estate che bisogna programmare, stilare un piano B, comprendere ciò che può accadere.
Non c’è un’amministrazione comunale che non abbia dovuto far fronte all’emergenza rifiuti. Ma l’estate in corso è particolare. Il flusso turistico è più che dimezzato, ma nonostante ciò la quantità di rifiuti in queste settimane è aumentata e si vede dalla tante discariche periferiche che non trovano una vera ragione. A tutto ciò si aggiunge l’inciviltà che è più diffusa di quanto si immagini. C’è, e sono tanti, chi non è rispettoso delle regole, di un ecocalendario. Il senso del bene comune è sparito. C’è una sorta di anarchia che abbraccia sempre più cittadini.
Un’osservazione, però, non può sfuggire, almeno dal punto di vista statistico. L’emergenza di questa estate è straordinaria e non è eguali con le precedenti estati. Bisogna, altresì, ricordare che con l’approvazione del Piano Aro si è iniziato un percorso. Approvato dalla precedente amministrazione, è stato messo in pratica con l’assessore Paolo Mandracchia, poi azzerato. Azzerato lui, additato dalla sua stessa (ex) maggioranza e da qualche autorevole esperto di monnezza, la questione rifiuti si è acuita.
C’è da non scordare che ad un anno dall’applicazione del Piano Aro, la differenziata è sbalzata dal 24% ad altre il 70%. Questo significa che enormi quantità di rifiuti non sono più finite nella discarica aumentando il fatturato di chi la gestisce. La frazione di umido, con la differenziata, non va più in discarica ma all’impianto di compostaggio in contrada Santa Maria. L’aumento della frazione umida manda in tilt un impianto obsoleto, dalle ridotte capacità. L’ex assessore Mandracchia aveva anche trovato soluzioni come l’uso di agevolazioni previste dalla Regione, come la Campagna Mobile. Azzerato Mandracchia venne azzerata anche questa soluzione. Non vogliano dare medaglie a Mandracchia, ma nemmeno è giusto scaricare critiche su l’ex assessore della giunta Di Paola, Gaetano Cognata. L’attuale maggioranza oggi si trova sulle spalle il peso che aveva caricato sull’allora maggioranza di Di Paola. Chi di rifiuti ferisce, di rifiuti perisce.
Ripeto, le emergenze si sono presentate anche negli anni scorsi. Ma quella in corso riveste una connotazione diversa e più acuta. Non v’è dubbio che c’è una filiera che è in tilt, a cominciare dalla Regione. Un tilt nel quale la politica tutta anziché trovare una soluzione immediata applicala lo scaricabarile. L’emergenza va contrastata con tempi rapidi, immediati. Come al solito, la politica non paga, non risponde delle proprie responsabilità. Di fronte a tale contesto, il cittadino non comprende, si trova abbandonato. Come reagisce? Purtroppo, in molti, con l’irrazionalità.
Passano mesi, passano anni, si annunciano finanziamenti, si annunciano migliorie, ma il sistema va in tilt e l’emergenza acquista valori più marcati. Istituzioni chiamano altre istituzioni. Talune si lavano le mani impegnate in altre situazioni emergenziali. Il cittadino nota tutto questo e non comprende, anzi comprende che la classe politica si occupa del sesso degli angeli.
Per il cittadino, la classe politica vive sulle nuvole, mentre esso è costretto a vivere tra i rifiuti e la puzza nauseante.