Sul dramma di 62 famiglie, che dura da cinque anni, continua il silenzio e la stasi di una burocrazia senza ritegno e senza pietà. Il tutto senza che qualcuno, come al solito, paghi e risponda delle proprie responsabilità.
Sembrava tutto pronto, questione di poco e si sarebbe passata alla fase della concretezza con la demolizione e la ricostruzione dei 62 alloggi popolari le cui famiglie che vi abitavano furono fatte evacuare per gravi problemi di staticità. Il riferimento è all’uso del cemento depotenziato usato per la loro costruzione.
Oggi, il sindaco Carmelo Pace e l’intera Giunta comunale, hanno scelto la protesta e si sono autoconvocati per venerdì prossimo davanti la sede dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari di Agrigento. Lo scorso mese di novembre era stato approvato il progetto definitivo per la demolizione e ricostruzione degli alloggi di Largo Martiri di Via Fani. Poi il silenzio.
“La protesta simbolica scaturisce dalla totale inattività e dalla mancanza, ad oggi, di un provvedimento da parte dell’IACP. I cittadini riberesi sfrattati dalle proprie abitazioni manifestano la loro insofferenza e preoccupazione per l’attuale situazione. Non si escludono, altresì, forme di protesta eclatanti anche con il coinvolgimento della popolazione- afferma il Sindaco Pace-. Di tutto questo è stato notiziato il Prefetto”.
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