RICOSTRUZIONE ALLOGGI POPOLARI, 60 FAMIGLIE PRONTE AD AZIONI FORTI

Rende avverte: “Qualcuno vorrebbe mettere in atto azione di dura e pesante protesta”. Pronta l’occupazione “irruenta errabiosa” dello Iacp

Per le 60 famiglie che risiedevano negli alloggi popolari di Largo Martiri di via Fani l’incubo non cessa mai. Fatte evacuare nel marzo 2013 per il pericolo di implosione degli edifici per precarie condizioni statiche, hanno dovuto fare i conti con una burocrazia più lenta delle tartarughe. E mentre a giugno 2013 arrivava la notizia del finanziamento da parte della Regione di 12 milioni di euro per la demolizione e per la ricostruzione, oggi la situazione è ancora di stallo, con l’Urega che non riesce a emettere il bando di gara per l’affidamento della gara per i lavori.

“Sono calate le tenebre sull’iter della gara di appalto “confezionata” dal Dirigente Iacp, ingnegnere Salvatore Vaiana”, dichiara Angelo Renda, segretario cittadino di Sel.

Renda ricorda la vicenda piena di ostacoli e di errori: “La Consulta Ordini Ingegneri della Sicilia, nell’agosto 2015, trasmise al magistrato Raffaele Cantone, Autorità Nazionale Anticorruzione ROMA, una  nota nella quale si segnalavano gravi e numerosi irregolarità, chiedendo la rettifica”. 

Oggi l’esame da parte dell’Urega delle 20 offerte pervenute va eccessivamente a rilento. “Non trova alcuna giustificazione il fatto che la commissione si riunisca quasi una volta al mese”, chiosa Renda, e se da una “lato questi colpevoli ritardi hanno fatto la prima vittima, dall’altro lato una corposa relazione/denuncia sta per essere inoltrata all’Autorità Giudiziaria e alla Corte dei Conti di Palermo alla luce di un’ulteriore ipotesi tracciata dalla più recente giurisprudenza contabile di danno erariale (la Regione versa mensilmente 15.000 euro alle 60 famiglie per affitti), da parte dei Dipendenti di Pubbliche Amministrazioni che non hanno svolto il loro compito con celerità e diligenza è quello assimilabile al “danno da disservizio” .

“Ancora una volta le 60 famiglie- conclude il dirigente di Sel- vivono giornate di forte sconforto e palese esasperazione”, evidenziando che le stesse “hanno dichiarato “guerra” ad una burocrazia lumaca e sono già pronte, questa volta, ad occupare in modo irruento e rabbioso l’Urega di Agrigento. C’è molta preoccupazione perché qualche “testa calda” vorrebbe mettere in atto azione di dura e pesante protesta: ritiene che solo così può essere superata questa lentezza disarmante. Corre l’obbligo, per quel giorno, garantire la presenza massiccia della forza pubblica per prevenire ed evitare azioni inconsulte”.

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