Ricetta elettronica, al via l’obbligo ma il formato cartaceo resta valido
Resta problematico il rapporto tra le fasce più anziane della popolazione e la tecnologia. Secondo dati Istat, il 30% degli over 65 non ha mai utilizzato Internet e una percentuale altrettanto significativa non possiede uno smartphone
Con il nuovo anno è arrivato il momento del passaggio totale alla ricetta elettronica. Ma resta ancora operativa la ricetta cartacea, in attesa delle indicazioni da parte del ministero dell’Economia e delle Finanze, Sogei, del ministero della Salute e dell’Aifa.
Quella che si è aperta è dunque una fase transitoria che non chiude la sperimentazione iniziata ai tempi del Covid e che doveva terminare come indicato dalla legge finanziaria a fine anno. D’ora in poi, fatta eccezione per questa fase transitoria, saranno 488mila medici e odontoiatri a prescrivere le ricette in formato elettronico.
Nelle more della progressiva attuazione della dematerializzazione di tutte le prescrizioni mediche, e fino all’espressa decisione da parte delle amministrazioni competenti, le farmacie potranno continuare ad erogare i farmaci anche in presenza di ricette cartacee, per assicurare la piena continuità del servizio farmaceutico.
A spingere per l’attivazione di una fase ponte tra cartaceo e digitale è la necessità di superare frequenti malfunzionamenti tecnici registrati nei mesi scorsi. Come rileva il presidente della Federazione dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli, sull’obbligo di ricetta elettronica “si pone anche il tema della domiciliarità perché ci sono luoghi del Paese nei quali le linee elettroniche non sono stabili o non sono presenti affatto”.
Resta problematico il rapporto tra le fasce più anziane della popolazione e la tecnologia. Secondo dati Istat, il 30% degli over 65 non ha mai utilizzato Internet e una percentuale altrettanto significativa non possiede uno smartphone, strumenti fondamentali per accedere al nuovo servizio. Tra problemi tecnici e difficoltà sull’uso della tecnologia, la mancata aderenza alle terapie arriva a costare 2 miliardi annui al Servizio Sanitario Nazionale