RICERCA ACLI, SITUAZIONE DRAMMATICA IN SICILIA, MA CI SONO SPERANZE

Una ricerca delle Acli siciliane registra che nei primi sei mesi del 2014 in Sicilia c’è una situazione di dramma sociale crescente. Tra tante rinunce per i siciliani colpiti dalla crisi, emerge perà una speranza. Il primo numero da sottolineare è un 41,8% che si avvicina molto alla metà dei siciliani: è la percentuale di cittadini che negli ultimi sei mesi ha dovuto rinunciare a cure mediche e acquisto di medicine. Il problema numero 1 è quello legato al lavoro, l’inchiesta delle Acli è chiara, inequivocabile. Si può anche rinunciare alle vacanze e ai viaggi (74%), a bevande e cibi costosi (86,6%), mobili e arredi nuovi (84,5%), ma il chiodo fisso, l’assillo per tanti resta quello del lavoro che non c’è. Nonostante l’alto titolo di studio conseguito, la maggior parte degli intervistati dele Acli è disoccupata (37,6%). A questa percentuale occorre aggiungere una quota significativa di persone in attesa di prima occupazione (14,0%) che ingrossano ulteriormente le fila di quella metà della popolazione siciliana che risulta non lavorare e quel 18% che negli ultimi quattro mesi il lavoro non lo ha neanche più cercato. La drammaticità di questo quadro è ulteriormente contrassegnata dalla sfiducia che si accompagna a tale condizione: ben il 18% degli intervistati ha difatti dichiarato che negli ultimi quattro mesi non ha cercato lavoro. Chi lo cerca, invece, si affida prevalentemente ai centri per l’impiego della sua provincia (42%) e in misura minore alle agenzie per il lavoro private (8%). Il rimanente 50% di coloro che cercano lavoro predilige un contatto diretto rivolgendosi in prima persona alle aziende (24%) o ad amici e conoscenti (26%).

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