RETE OSPEDALIERA, SI RISCHIA ANCHE L’ANNULLAMENTO DEI CONCORSI
Non ci sono dubbi che la nuova rete ospedaliera siciliana sarà quella descritta nelle 19 pagine inviate al Ministero. L’ultima carta dell’assessore Gucciardi è quella di ottenere una deroga delle ristrettezze del Piano come ha ottenuto la Regione Lazio
Di Filippo Cardinale
La conferenza stampa di stamattina, organizzata dal Pd e da Sciacca Democratica, con la presenza del deputato regionale di Sicilia Democratica Salvo Giuffrida, ha avuto il merito di fare chiarezza su taluni aspetti che in questi giorni hanno costituito il campo di battaglia tra le forze politiche. Ma non solo. Lamentele sono state mosse da associazioni del territorio rispetto ad una riorganizzazione della rete ospedaliera siciliana che, in rigorosa obbedienza al decreto “Balduzzi”, precede tagli, ridimensionamenti, ma anche sperequazioni territoriali.
E ci viene da sorridere pensando alla drammaticità della situazione rispetto ad una querelle mossa su come denominare il nuovo assetto della rete ospedaliera in Sicilia. E ci viene in mente anche quella meravigliosa canzone di Lucio Battisti, “Emozioni”. Bozza, documento, proposta. La guerra politica è stata fatta sui termini da adottare. E allora, chiamiamo la nuova regolamentazione delle strutture ospedaliere “emozioni”. Emozioni di ritrovarci di fronte una imminente realtà che è fatta di drastica rivisitazione del mondo ospedaliero così come siamo abituati da anni, da decenni in cui le vacche erano grasse e lo spreco di denaro pubblico enorme. Emozioni nel comprendere che la salute del cittadino è concentrata in solo tre aree metropolitane, Palermo, Messina e Catania.
NON E’ UNA BOZZA. E’ UNA REALTA’. Stamattina è emersa una verità, quella che la stampa ha anticipato. Una verità che si è tentata di celare dietro “indiscrezioni di stampa”, di “confusione di termini”. E qui, sia l’assessore regionale alla Sanità Baldo Gucciardi, che il presidente della Regione Rosario Crocetta, hanno dovuto fare retromarcia di gran fretta. Con evidente allungamento del naso, di collodiana memoria, si è tentato di far passare il Piano di riorganizzazione della rete ospedaliera siciliana come “bozza”, come “documento”. Ma la verità è che le 19 pagine inviate al ministero della Salute sono la realtà della nuova organizzazione ospedaliera. Diciannove pagine discusse, riviste, integrate, approvate. Un documento che doveva rimanere top secret, ma che è stato divulgato dall’assessore Gucciardi ai direttori generali delle Asp. Da lì, poi il seguito, fino alla pubblicazione, come abbiamo fatto noi del Corriere di Sciacca, del Piano. Un Piano tenuto riservato anche ai componenti della Commissione Sanità all’Ars. Cosa che ha fatto imbufalire i politici.
IL PASSO INDIETRO . Ora, il passo indietro. Gucciardi sgomita per comunicare che la nuova rete ospedaliera siciliana sarà discussa con i sindaci, il territorio, con la politica. Ma questo era un passo che doveva essere compiuto prima di presentare le 19 pagine di Piano al ministero della Salute. C’è poco da “rinegoziare”, visto che il Piano non è altro che l’elaborazione di quanto contenuto obbligatoriamente dal Decreto Ministeriale denominato “Balduzzi”. Il Piano regionale non è altro che mettere in pratica i dettati indiscutibili, le ristrettezze, i tagli, i ridimensionamenti, contenuti nel Decreto. La nuova rete ospedaliera siciliana deve muoversi obbligatoriamente quei perimetri, piaccia o no. E sinceramente, non riusciamo a comprendere come Gucciardi possa ancora mediare con i vari campanilismi che esploderanno, o con la stessa politica che cercherà di difendere i propri orti.
ASSUNZIONI. SI RISCHIA DI ANNULLARE I CONCORSI . Non vorremmo essere, sinceramente, nei panni dell’assessore Gucciardi, il quale difficilmente riuscirà a dormire sapendo cosa bolle in pentola e a quali rischi di va incontro. Noi auspichiamo, davvero, che non solo Gucciardi, ma la Regione, possa rispettare i termini e giungere al 31 dicembre prossimo con l’approvazione del Piano. Perché se così non fosse, e la ministra Lorenzin (Ncd) è stata categorica, si annullano i concorsi già effettuati. Muoiono le speranze di quelle persone che sono in graduatoria utile, o vincitori dei concorsi. Si salvano solo le mobilità (qualcuno fuori Sicilia può chiedere il trasferimento nell’Isola, e i lavoratori che hanno il contratto a tempo determinato che passerebbero a tempo indeterminato. Poi, il nulla, con una enorme platea di vincitori di concorso che rimarrà fuori. Ecco perché speriamo che il Piano venga approvato entro il prossimo 31 dicembre. Per evitare che migliaia di aspiranti lavoratori rimangano con un pugno di mosche nelle mani. In buona sostanza, se il Piano non viene approvato nei suoi passaggi parlamentari siciliani, i concorsi non saranno più validi. Bisogna successivamente rifarli, di sana pianta. E chi aveva vinto, gli rimane il fazzoletto per piangere, oltre alla speranza, che è sempre l’ultima a morire, di rivincere il nuovo concorso.
UN SALVAGENTE PER L’OSPEDALE DI SCIACCA. Nel Piano regionale ospedaliero, che noi chiamiamo così perché tale è, c’è un punto che gioca a favore di talune caratteristiche dei territori più o meno disagiati. Il punto riguarda “l’articolazione delle unità operative complesse rispetto al DM 70/2015. Al punto 7 della pagina 12, c’è scritto: “In alcuni presidi di base sono state mantenute delle discipline, non previste per tale livello assistenziale; tale scelta è motivata dalla stima dei volumi di attività e dal fabbisogno espresso dal territorio (vedasi ad esempio il p.o. di Sciacca che, nella precedente programmazione, era classificato azienda ospedaliera). Dunque, l’ospedale di Sciacca, seppure col nuovo Piano viene declassato a ospedale di base, riuscirà a conservare le discipline sanitarie esistenti. Tutto il resto è così come descritto nelle 19 pagine presentate al Ministero, discusse e approvate dal medesimo Ministero. Incluso la soppressione del pronto soccorso dell’ospedale di Ribera. Come è fuori discussione che possano esistere doppioni di discipline tra Sciacca e Ribera. A buon intenditore poche parole.
LA RESPONDABILITA’ DELLA MINISTRA LORENZIN. IL CASO DELLA DEROGA ALLA REGIONE LAZIO . Il Piano della nuova rete ospedaliera prevede tagli importanti. Per fare un esempio, le chirurgie generali passano da 150 esistenti in Sicilia a 51. La rigidità del Decreto Balduzzi è frutto delle condizioni di dissesto finanziario in cui versavano diverse regioni nell’ambito della sanità. Le cifre più in rosso erano quelle della Sicilia e del Lazio. Per amore della verità, non possiamo sottacere che negli ultimi anni, con rigorosi tagli, i conti della sanità siciliana sono di gran lunga migliorati e la fase peggiore è alle spalle. La Regione Lazio, unica in Italia, è stata destinataria di una deroga del 30% rispetto al rigore dei numeri del Decreto Balduzzi. Ecco, se la Sicilia potesse essere destinataria di una deroga, magari del 25%, la nuova rete ospedaliera potrebbe meglio far aderire le esigenze di salute dei cittadini con un giusto equilibrio dell’organizzazione ospedaliera. Senza evidenti ed enormi disparità tra poche aree metropolitane e il resto del territorio sicialiano.
Ricordiamo che il Piano relativo alla nuova rete ospedaliera entra in vigore dal primo gennaio 2018, ma bisogna che sia approvato entro il 31 dicembre 2016. I tempi sono stretti, strettissimi. E sinceramente, non comprendiamo come la road map dell’assessore Gucciardi possa velocizzarsi un confronto con tutti gli attori sanitari, politici, sindacali, istitituzionali, sindaci,etc.