“RESCINDERE” E’ DIVENTATA LA PAROLA MAGICA. MOLTI LA USANO A VANVERA

Una volta andava d’uso la frase “lei non sa chi sono io” per impaurire l’interlocutore dimostrando di appartenere ad un livello sociale di privilegiati. Oggi, tale frase non va più di moda. Si riceverebbe una sonora pernacchia.

Ma c’è una frase, entrata con la determinazione del noto difensore Benetti (calciatore d’altri tempi), che la fa da padrona: rescissione. Basta un non nulla e si tira dal cilindro, come un mago tira fuori il coniglio, questa espressione che si presenta come una sorta minaccia.

Rescindere è il verbo che i saccensi hanno imparato a proposito della Girgenti Acque. Ma da qualche giorno va di moda anche nel campo dei rifiuti, e viene tirata dal cilindro di taluni maghi senza bacchetta. La voglia di pomposità e di visibilità è più forte della ragione. Il verbo rescindere è, ormai, usato come il paladino Orlando usava la sua Durlindana.

Nello specifico, il ritardo del pagamento della mensilità ai lavoratori della SRR, comandati presso le ditte Bono e Sea, società che hanno vinto l’appalto per sette anni del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto allo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, per taluni è motivo di rescissione del contratto. A volte, il silenzio è più prezioso dell’oro, ma oggi non è più un fatto sporadico ma è divenuto costante. Motivo per cui usare “a volte” risulta temporalmente troppo limitato.

La rescissione del contratto di appalto con Bono-Sea trova il suo perimetro a pagina 32 del capitolato d’appalto, all’articolo 19, e a pagina 34 all’articolo 20.

Detto ciò, un altro aspetto va evidenziato. Viviamo in Italia dove la catena della burocrazia stringe più di quella dell’ergastolano.

Tra il Comune di Sciacca e le ditte Bono-Sea c’è di mezzo la SRR ATO n. 11 “Agrigento Ovest”. La SRR è una follia partorita dalla Legge regionale 9 del 2010 per riformare il sistema della gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia. La SRR è un soggetto per la regolamentazione dei servizi rifiuti. La SRR che ha competenza sul nostro territorio racchiude i Comuni di Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Calamonaci, Caltabellotta, Cattolica Eraclea, Cianciana, Lucca Sicula, Menfi, Montevago, Ribera, Sambuca di Sicilia, San Biagio platani, Santa Margherita Belìce, Santo Stefano di Quisquina, Sciacca e Villafranca Sicula. La SRR è stata costituita il 26 novembre 2013 è alla presidenza fu eletto Vincenzo Marinello, il dominus della Sogeir.

La vicenda della Sogeir è nota e si è incanalata sulla scia interminabile della liquidazione.

LA SALVAGUARDIA DEL PERSONALE E IL PROTOCOLLO D’INTESA. LA CREAZIONE DI UN SISTEMA FARRAGINOSO.

Con il varo della nuova riforma (che come tutte le riforme in Sicilia sono disastrose) e con la liquidazione della Sogeir  è sorto il tema della salvaguardia dei lavoratori. A Sciacca il piano dell’organico approvato è di 53 unità lavorative. Di queste, 48 sono operative, 5 amministrative. I lavoratori della Sogeri sono stati inquadrati con il contratto di Federambiente che prevede un trattamento economico più alto.

In data 16 maggio 2017 è stato firmato un protocollo d’intesa tra la SRR Ato 11, il Comune di Sciacca e le ditte Bono-Sea. Per la SRR ha firmato l’allora presidente Vincenzo Marinello per il Comune di Sciacca il sindaco Fabrizio Di Paola, e Salvatore Gueli nella qualità di commissario straordinario dei Comuni soci nonché  commissario straordinario della SRR ATO AG 11.

Un protocollo che regolamenta ogni aspetto. Tra questi, riteniamo utile riportate l’aspetto del pagamento delle spettanze al personale. Lo facciamo perché ogni lettore possa capire meglio come la fantasia spesso non ha limiti a creare giri farraginosi.

Precisiamo subito che il rapporto di dipendenza dei lavoratori è con la SRR i quali sono “comandati” (formula voluta dai sindacati) presso le ditte Bono-Sea, mentre i 5 lavoratori amministrativi sono “comandati” presso il Comune.

In tale protocollo si partorisce un mostro spaventoso. Le ditte Bono-Sea il primo di ogni mese comunicano le presenze e le ore lavoratori delle unità “in comando” (14 autisti e 34 operatori ecologici) alla SRR. Quest’ultima società provvede all’elaborazione delle buste paghe e le invia al Comune e alle ditte Bono-Sea.

Il Comune provvede al pagamento accreditando il netto delle spettanze alle ditte Bono-Sea, mentre accredita l’importo degli oneri previdenziali e assicurativi alla SRR, la quale provvederà a versare le cifre agli istituti previdenziali.

A fine mese, le ditte Bono-Sea inviano la fattura al Comune.

Appare fin troppo evidente, ma ad alcuni non tanto, che questo percorso mostruoso, fa perdere dai 15 ai 20 giorni. Periodo che immancabilmente fa ritardare il pagamento degli stipendi.

All’articolo 3 del protocollo d’intesa è specificamente scritto: “per ciò che concerne la retribuzione netta, la ditta ATI Sea-Bono riceverà dal Comune l’importo scaturente dalla somma dei cedolini dei 48 dipendenti di profilo operativo. A sua volta, l’ATI Sea-Bono, in attuazione della legge regionale n. 9 del 2010, art. 19 comma 8, con il medesimo importo incassato dal Comune di Sciacca è delegata dalla SRR all’erogazione delle retribuzioni nette direttamente al personale operativo utilizzato”.

A pagina 4 del protocollo d’intesa così è scritto: “dare atto che il contenuto del presente accordo è stato concordato da tutte le organizzazioni sindacali; che le organizzazioni sindacali hanno raggiunto un accordo finalizzato ad assicurare la salvaguardia dei livelli occupazionali attraverso l’assunzione presso la SRR dei soggetti aventi diritto ai sensi della L.R. n. 9/2010 nonché dell’accordo quadro regionale del 6 agosto 2013, attraverso le modalità e le tempistiche indicate nell’accordo del 20 dicembre 2016”.

Ieri è stato bloccato il servizio di raccolta dei rifiuti per lo sciopero dei lavoratori della SRR in comando all’ATI Bono-Sea. Nel contesto descritto è difficile essere puntuali come gli orologi svizzeri. I lavoratori hanno il sacrosanto diritto di percepire regolarmente le spettanze. Ma in un ginepraio come sopra descritto e regolamentato sarà difficile invocare la puntualità. Però, paga la città, i cittadini costretti a convivere con l’accumulo di rifiuti, il decoro della stessa città.

Il sindaco può diffidare le ditte a svolgere il servizio. Ma se i lavoratori sono in sciopero ci viene difficile comprendere l’effetto della diffida. Chi parla di rescissione vive su Marte, invece.

Lo sforzo, deve essere concentrato sulla qualità del servizio previsto dal Piano Aro. Un Piano che è partito da poco. Vediamo gli effetti reali, vediamo se sono in linea con quanto prevede il capitolato d’appalto. Maa fasciarsi la testa prima di rompersela è un po’ ridicolo. La rescissione senza motivata causa porta solo ad accreditare all’ATI Bono-Sea un Tir di soldi per lucro cessante.

Filippo Cardinale