REPERTI ARCHEOLOGICI TRA PASTA, SALE E ZUCCHERO, DENUNCIATO UN 55ENNE
La tutela del patrimonio culturale e dei reperti archeologici che ogni giorno vengono alla luce su tutto il territorio nazionale è da sempre fra le prerogative dell’Arma, attraverso l’opera dei nuclei Tutela Patrimonio Culturale, ma anche grazie alle intuizioni dei comandi territoriali. Anche in questo periodo di isolamento caratterizzato da incessanti servizi preventivi finalizzati al rispetto delle normative di contrasto al coronavirus, non si interrompono infatti brillanti filoni investigativi che portano i loro preziosi frutti.
Proprio una di queste indagini, condotta dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Licata, nata da una complessa e prolungata attività informativa, si è conclusa ieri quando i militari hanno effettuato un vero e proprio blitz a casa di un noto pregiudicato licatese 55enne, conosciuto nel suo ambiente per le sue “attenzioni” per il mondo dell’arte.
I movimenti sospetti dell’uomo negli ultimi giorni, hanno infatti portato i militari ad effettuare una perquisizione domiciliare. Appena entrati nell’abitazione, proprio all’ingresso, i Carabinieri hanno subito trovato un metal detector professionale, di quelli utilizzati per cercare, appena sotto la superficie, reperti metallici di vario tipo. Dopo questo primo indizio, i militari hanno capito di essere sulla strada giusta, i loro sospetti avevano iniziato ad assumere una forma concreta mentre proseguivano nella perquisizione. Poco dopo, infatti, ecco spuntare i primi reperti archeologici, abilmente occultati in vari angoli della casa, dove nessuno, almeno questo avrà pensato il padrone di casa, avrebbe potuto trovarli. Tra la pasta, nei cassetti, sotto uno strato di terra nei vasi delle piante. Ed ancora, tra il sale e lo zucchero. Insomma, tutto ben occultato prima di poter smerciare il prezioso bottino.
Il “tesoro” ritrovato dai Carabinieri comprende oggetti antichi di ogni tipo, tutti presumibilmente risalenti al periodo degli insediamenti greci: come detto, ben 24 fibule di varia grandezza e forma, orecchini, vasi in terracotta grandi e piccoli, lucerne, sigilli di piombo, frammenti di antichi utensili da cucina, cerchi di bronzo a formare bracciali, oltre a elementi di piombo e bronzo, che sarà compito degli archeologi catalogare e definire, dato che tutti i reperti sequestrati verranno sottoposti ad attenta perizia.
Il cinquantacinquenne cacciatore di reperti, invece, è stato denunciato a piede libero alla Procura della repubblica di Agrigento e dovrà rispondere di detenzione illegale di reperti archeologici.