REGIONE SICILIA ABOLISCE LE PROVINCE. ESULTANO I GRILLINI
Via libera con 53 sì e 28 no, con voto segreto. Il gruppo 5 Stelle ha votato in linea con la maggioranza. 9 mesi per creare i nuovio Liberi Consorzi
Abolite le Province regionali in Sicilia. L’Ars ha appena approvato un maxi-emendamento della maggioranza che sospende le elezioni previste a fine maggio; manca solo il voto finale al ddl. Gli enti saranno commissariati ed entro l’anno dovranno essere sostituiti, con una nuova legge, da liberi consorzi di comuni, i cui componenti saranno indicati dai sindaci. Non si terranno piu’ elezioni per presidenti di province e consiglieri.
Adesso entro il 31 dicembre i Comuni devono consorziarsi. Secondo un’idea di Crocetta ogni Consorzio dovrebbe avere un tetto di 150 mila abitanti. Non ci saranno più elezioni provinciali, neanche per i nuovi Consorsi. I componenti,infatti, saranno eletti col sistema “indiretto”, saranno scelti, cioè, dai sindaci tra i loro rappresentanti. Nessun gettone di presenza.
Il maxi-emendamento a firma dei capigruppo di Pd, Udc e lista Crocetta, è stato approvato con 53 sì e 28 no, con voto segreto. Il gruppo 5 Stelle ha votato in linea con la maggioranza. Seduto nei banchi del governo, il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, ha accolto la votazione con un applauso. ”L’abolizione delle Province è la vittoria del governo e della maggioranza, do atto anche ai 5 Stelle di avere votato la norma che abbiamo proposto”, ha commentato a caldo Crocetta, spiegando che “si tratta della prima tappa della rivoluzione: oggi ha vinto il modello Sicilia“.
Festeggiano anche i deputati del Movimento 5 Stelle. Per il capogruppo all’Ars del M5S, Giancarlo Cancelleri, si tratta di “una nostra vittoria”, perché “era un punto del nostro programma”. Giampiero Trizzino, deputato del M5S, commentando l’approvazione del maxi-emendamento ha dichiarato: “E’ un’altra conferma del modello Sicilia. Vedete che quando il progetto funziona, noi non abbiamo problemi ad approvarlo?”.
Presidenti, assessori, consiglieri. Una pletora di rappresentanti che nel complesso supera le 350 unità, per una spesa complessiva di circa 23 milioni di euro all’anno. Sono i costi della politica delle nove Province siciliane. Andando al dettaglio delle indennità (calcolate al lordo), il presidente delle Provincia di Palermo prende uno stipendio mensile di 8.459 euro, il vice di 6.344 euro, mentre gli assessori e il presidente del Consiglio 5.948 euro. I consiglieri, sempre nel caso della Provincia di Palermo, ricevono gettoni di presenza che non possono superare il 30 per cento dello stipendio del presidente: il tetto massimo mensile, dunque, è di poco superiore ai 2.500 euro.
Addizionale sul consumo di energia elettrica, imposta provinciale di trascrizione, imposta sulle assicurazioni Rc auto, tributo per i servizi di tutela, protezione e igiene dell’ambiente, compartecipazione Irpef: sono le tasse che i siciliani pagano e che finiscono in tutto o in parte nelle casse delle Province. Tra il 2007 e il 2010 l’incasso complessivo da tributi per le nove Province è stato di 307 milioni di euro all’anno. In media, ogni siciliano ha pagato tasse per 60,93 euro: la seconda spesa pro capite più bassa d’Italia dopo il Friuli. La media italiana è di circa 80 euro a testa.
Non è chiaro, invece, il futuro dei 6.500 dipendenti delle nove province.