Reddito, servizi e diritti: la Sicilia ultima in classifica. I dati della Fondazione Aidp

AGRIGENTO- Povera Sicilia, amara terra mia. Sempre in basso nelle classifiche che riguardano aspetti socio-economici. La fondazione Aidp con la collaborazione scientifica di Isfort che ha attribuito il “bollino rosso” ai nove capoluogo siciliani. Dal punto metodologico sono 57 gli indicatori utilizzati che hanno portato alla suddivisione in tre fasce

Agrigento non raggiunge la sufficienza sotto il profilo della qualità del lavoro, delle offerte professionali, dei sistemi di welfare territoriale. Ma non è solo Agrigento, infatti tra le città in fascia rossa ci sono gli altri capoluoghi di provincia siciliani.

La classifica delle “Città del lavoro 2023” comprende 110 capoluoghi di provincia italiani ed è suddivisa in tre fasce cromatiche (verde, gialla e rossa): la prima è quella dei promossi (che riceveranno il bollino della Fondazione quale riconoscimento del punteggio ottenuto), la seconda riguarda le città che si attestano su valori intermedi tali da non raggiungere, tuttavia, il riconoscimento. La terza fascia, infine, è quella a cui appartengono le città con i punteggi più bassi.

Le 30 città della fascia rossa sono infatti Palermo, Brindisi, Pistoia, Frosinone, Taranto, Ragusa, Caserta, Campobasso, Chieti, Vibo Valentia, Catanzaro, Trani, Cosenza, Benevento, SiracusaAgrigento, Reggio Calabria, Isernia, Salerno, Catania, Caltanissetta, Avellino, Messina, Barletta, Trapani, Foggia, Napoli, Enna, Crotone, Andria.

Le 40 città della fascia verde che otterranno il riconoscimento “Le città in cui si lavora meglio in Italia 2023” della Fondazione AIDP: Milano, Trieste, Udine, Bergamo, Pordenone, Cagliari, Gorizia, Padova, Siena, Cremona, Bolzano, Verbania, Trento, Treviso, Sondrio, Modena, Monza, Brescia, Pavia, Pisa, Firenze, Bologna, Belluno, Lodi, Parma, Prato, Macerata, Lecco, Torino, Ancona, Vicenza, Genova, Forlì, Mantova, Venezia, Ravenna, Piacenza, Novara, Roma, Lucca.

Le 40 città della fascia gialla. Cesena, Cuneo, Reggio Emilia, La Spezia, Verona, Sassari, Ascoli Piceno, Ferrara, Livorno, Aosta, Oristano, Biella, Savona, Varese, Perugia, Pesaro, Rovigo, L’Aquila, Vercelli, Nuoro, Lecce, Arezzo, Bari, Viterbo, Fermo, Grosseto, Potenza, Matera, Rimini, Como, Massa, Rieti, Pescara, Imperia, Terni, Latina, Alessandria, Carbonia, Teramo, Asti.

La metodologia. Per la definizione della classifica nazionale delle migliori città del lavoro in Italia, sono stati presi in considerazione sette parametri: i fondamentali economici (livello dei redditi e costo della vita); servizi di cittadinanza (sociale e sanità, offerta formativa, trasporti e accessibilità; cultura e tempo libero (offerta culturale e tempo libero); sicurezza (incidentalità stradale, criminalità, sicurezza sul lavoro, sicurezza sul territorio); vivibilità ambientale (inquinamento, produzione rifiuti, verde pubblico, condizioni climatiche); inclusione, diritti e pari opportunità (qualità della vita delle donne, qualità della vita dei bambini, qualità della vita dei giovani, qualità della vita degli anziani); futuro e innovazione (demografia, impresa, digitalizzazione). Sulla base della media di tali parametri è stata definita la classifica generale. Nel complesso sono stati utilizzati 57 indicatori.