Reddito di libertà, le donne vittime di violenza rimangono senza sostegni, Iacono (PD): “Fondi terminati, vengano inseriti nella nuova manovra regionale”.

Le risorse di cui parla secondo il deputato agrigentino sarebbero ampiamente sottodimensionate rispetto alla richiesta.

Fondi per le donne vittime di violenza, molte richiedenti rimaste fuori per carenza di copertura della misura, interviene la parlamentare del Partito Democratico Giovanna Iacono chiedendo un intervento all’Ars in vista della nuova manovra finanziaria.

“Prima della pausa estiva -spiega – abbiamo presentato un’interrogazione alla presidente del Consiglio e alla ministra per la Famiglia sulla misura di sostegno economico per le donne vittime di violenza. Abbiamo chiesto di adottare con urgenza il decreto di assegnazione delle risorse all’Inps destinate al cosiddetto ‘Reddito di libertà’. Nonostante la Ministra l’indomani ci abbia rassicurate e nonostante l’approvazione dell’emendamento delle opposizioni alla legge di Bilancio 2024 – che ha stanziato 40 milioni complessivi per implementare il fondo, che può essere integrato dalle Regioni – molte di loro non hanno avuto accesso al sostegno”.

La situazione riguarda, ovviamente, anche se non soprattutto la Sicilia. “Giorni fa l’assessora Albano – continua Iacono – ha comunicato la pubblicazione di un avviso a sportello rivolto ai comuni con cui la regione siciliana ha stanziato 236 mila euro. Se non ci fosse da piangere, verrebbe da ridere: Albano dovrebbe sapere che in Sicilia molte delle richieste inoltrate all’Inps non sono state accolte per esaurimento del fondo e tantissime donne non hanno potuto accedere al sostegno. E’ chiaro che le risorse di cui parla sono ampiamente sottodimensionate rispetto alla richiesta. Per questo la speranza è che con la nuova manovra che sarà portata all’Ars si possa prevedere una copertura economica per questa misura che aiuta le donne vittime di violenza nei percorsi di autonomia dopo il periodo di cura e di rifugio. Del resto – conclude Iacono – con la manovra estiva sono state finanziate le sagre e le squadre di calcio e sono state date risorse ai sindaci, agli amministratori, alle fondazioni e alle associazioni senza nessun avviso pubblico e senza alcun criterio oggettivo. Proviamo a fare in modo che nessuna donna resti indietro, anche per non far passare l’idea che in Sicilia le sagre e il calcio hanno sempre la priorità, anche sulla vita e le fragilità delle donne, delle loro figlie e dei loro figli”.