Recovery fund, la Sicilia ai margini. Pochi spiccioli e tante opere sparite
SICILIA. La Sicilia è la porta d’ingresso per l’Europa. Almeno per il flusso dei migranti. La Sicilia, nel contempo, è l’ultima porta per uscire dall’Europa, rientra nei “confini” emarginati del profondo sud. Lo è quando si tratta anche di fruire degli investimenti del Recovery fund per toglierla dal pantano della mancanza di infrastrutture.
Ci hanno sbandierato palate di miliardi ma alla fine, ci si accorge che tra i miracoli per far decollare la Sicilia dall’arretratezza infrastrutturale, nel Recovery fund è rimasto il tram di Palermo, la stazione Notarbartolo, un collegamento veloce con l’aeroporto di Trapani Birgi. Ma poi poco altro: “né un euro sul turismo fuori da Roma, né un finanziamento per le disastrate strade siciliane, solo spiccioli sul sistema portuale dell’Isola”, scrive Claudio Reale su La Repubblica di oggi.
Nelle schede predisposte dal ministro dell’Economia Daniele Franco e trasmesse ai parlamentari ci sono pochissime infrastrutture destinate all’Isola. Il consolidamento della mantellata della diga foranea e il rafforzamento del porto di Catania, il progetto da 1,4 miliardi per la ferrovia veloce Palermo-Catania (e non Palermo-Messina-Catania, come si prevedeva nelle versioni precedenti), il potenziamento delle stazioni di Palermo Notarbartolo, Marsala e Acireale, l’investimento sul nodo ferroviario di Catania, appunto sul tram del capoluogo, sulla Palermo-Agrigento (con prosecuzione fino a Porto Empedocle). Il collegamento veloce dell’aeroporto di Trapani Birgi e del porto di Augusta, l’aggiornamento tecnologico della ferrovia Caltagirone-Gela e infine l’elettrificazione della linea Palermo-Trapani. Il totale delle opere non è quantificato, ma la stima è al di sotto dei 27 miliardi ipotizzati nelle versioni precedenti.
Nelle schede non c’è poi il Ponte sullo Stretto, sul quale ancora stamattina si scontrano grillini e Lega. “Il Sud, e la Sicilia in particolare, sono praticamente scomparsi dall’ultima bozza – dice il segretario del Pd, Anthony Barbagallo – siamo di fronte ad un documento, seppur in bozza, che sposta al nord il grosso degli investimenti infrastrutturali, mentre per l’Isola non si parla di alta velocità per i treni, niente piattaforme cargo per favorire l’export dei prodotti agroalimentari, nessun sostegno mirato per favorire l’impresa al Sud”.
Filippo Cardinale