SALTA COLPO IN BANCA PER ALTRA RAPINA IN CORSO. ROCAMBOLESCO CASO A SAMBUCA
La vita moderna ci costringe a stress notevoli. Spesso incontriamo file di auto, metropolitane super affollate tanto da non poter accedere nel vagone, file negli uffici postali. Insomma, “traffico” intenso che incide sulla disponibilità del nostro tempo.
Anche per i rapinatori di banche la vita quotidiana presenta “imprevisti” sfuggiti ad ogni singolo aspetto oranizzativo del crimine che si è accuratamente progettato. Nel caso specifico facciamo un passo a ritroso nel tempo, fino ad arrivare al 27 settembre 2012. La cittadina è Sambuca di Sicilia, di origine antica, con testimonianze arabe e scelta come il Borgo dei Borghi nel 2016.
Quel 27 settembre il ridente borgo è stato oggetto di azioni criminali consistenti in rapine alle banche. Reati che sono oggetto del processo in corso al Tribunale di Sciacca, in sede di collego giudicante, mentre un’altro troncone con rito abbreviato (sempre a Sciacca) si è chiuso con condanne . Un processo che vede protagonisti diversi autori che hanno fatto il colpo in più banche e in più Comuni limitrofi a Sambuca di Sicilia. Un processo denominato “The Wall”, la banca del buco perchè per accedere in banca foravano la parete di un edificio attiguo, e che vede correo anche un ex direttore di una banca rapinata, considerato basista.
Ma ritorniamo al 27 settembre del 2012. Sambuca di Sicilia quel giorno era al centro dell’attenzione di due bande di rapinatori. Ma nessuna delle due sapeva dell’intento dell’altra. Le due bande, dunque, inconsapevolmente, sono in azione con destinazione lo stesso paese, la stessa via, la stessa ora. Il loro piano prevede la rapina in banca. Una banda ha di mira la banca Intesa Sanpaolo, l’altra la banca Carige.
Ma ecco l’imprevisto. Potevano le due bande immaginare di compiere la rapina lo stesso giorno, nello stesso paese, in due banche a fianco? No. La scena del crimine è corso Umeberto I a Sambuca di Sicilia. Sul corso insistono due banche, Intesa Sanpaolo e Carige. La prima si trova al numero civico 59, la seconda al numero 142. Dunque, distano poche metri l’una dall’altra.
Una delle due bande (ambedue inconsapevoli della medesima attività criminosa da mettere a segno nello stesso paese, nella stessa ora, nella stessa via), inizia l’attività di appostamento, sono i basisti che hanno il compito di osservare la scena del crimine e comunicare il via ai complici che devono effettuare la rapina. Ma ecco l’imprevisto. I basisti si accorgono che altri “colleghi” sono arrivati un pò prima di loro e che c’è una rapina in corso nella banca Garige, accanto a quella che avevano progettato di rapinare, la banca Intesa Sanpaolo. Intanto, in corso Umberto erano arrivati i carabinieri.
Nei basisti scatta la fibrillazione, ma anche la forte preoccupazione di avvisare i rapinatori che stanno arrivando a Sambuca di Sicilia da Palermo. E qui un altro “colpo” di scena. I basisti non possono avvisare per telefono i rapinatori in arrivo. Quest’ultimi, infatti, avevano lasciato i cellulari a Palermo per evitare che i loro spostamenti potessero a posteriori essere tracciati dalle forze di polizia attraverso l’acquisizione di tabulati telefonici.
Alcuni basisti, riescono a sfuggire ai carabinieri e si dirigono a bordo di un’auto verso la fondovalle Sciacca-Palermo per andare incontro ai “colleghi” rapinatori che stavano giungendo da Palermo e avvisarli di interrompere l’azione criminale “per altra rapina in corso”. Ma qui, si vede che la giornata era proprio no, succede un altro imprevisto. I protagonisti del progettato crimine, nel fare ritorno a Palermo ed evitare posti di blocco, imboccano una strada secondaria, ma si perdono. Si fermano per chiedere informazioni ma…la persona a cui si rivolgono è un carabiniere in borghese il quale si insospettisce nel vedere quattro persone a bordo di un’auto in quella stradina sperduta. Da qui, tutto diventa ovvio con il, carabiniere che chiama la centrale e scatta la fase che porterà all’individuazione dei “fuggitivi” che avevano perso la strada del ritorno a casa, finendo in un altra casa, quella circondariale.
Per la cronaca, le persone coinvolte nella storia raccontata, sono tutti sotto processo. Nel caso specifico, loro sono citati nel capo K del decreto che dispone il giudizio. Un decreto che interessa complessivamente 14 imputati, tutti accusati delle rapine che hanno interassato diversi comuni belicini. Sono Pietro La Placa, Massimo Tarantino, Francesco Conigliaro, Paolo Valpa, Michele Gandolfo, Vito Leale, Pietro Madonia, Rocco D’Aloiso, Michele Cirrincione.
Filippo Cardinale