RANDAGISMO, NUOVA POLITICA DI CONTENIMENTO DEL FENOMENO
In attesa della realizzazione di un canile a Sciacca “occorre nell’immediato incrementare il servizio di accalappiacani con le strutture del territorio ed equipaggiare il personale del Comune con nuovi strumenti per la cattura degli animali più aggressivi”.
E’ la sostanza del contenuto di un atto di indirizzo inviato ieri dal sindaco Fabrizio Di Paola e dall’assessore alla Sanità Gianluca Guardino al dirigente del sesto settore Ecologia del Comune Aldo Misuraca e al responsabile del servizio Igiene Pubblica Vincenzo Saladino.
“E’ proprio di questi giorni – è scritto nell’atto di indirizzo – la notizia dell’aggressione di cani randagi nei confronti di nostri cittadini. La Giunta Municipale si è già occupata del problema promuovendo conferenze di servizi con gli organi sanitari provinciali e con apposite note di indirizzo agli uffici. La Giunta sta altresì concretizzando gli intendimenti circa la realizzazione di un canile municipale”.
In attesa che l’iniziativa si realizzi “e dopo avere approvato con apposito atto di Giunta l’acquisto di un furgone per il trasporto dei cani, indispensabile per il servizio di cattura, atto in corso di esecuzione, ed avere altresì provveduto alla formazione di due unità in forza al Comune di Sciacca per svolgere in proprio il servizio di accalappiacani, risulta indispensabile ed urgente – è scritto ancora nell’atto di indirizzo dell’Amministrazione comunale agli uffici – provvedere all’acquisto degli strumenti indispensabili per tale finalità. Resta salvo che, nell’attesa della formalizzazione dell’acquisto dell’attrezzatura, considerata la gravità di quanto recentemente accaduto, si continui l’opera di cattura dei cani particolarmente aggressivi coinvolgendo, a tal fine, le strutture di custodia canina presenti nel territorio”.
Ogni anno si spendono 400 mila euro per il mantenimento dei cani catturati nei canili del territorio. La legislazione mette in gravi difficoltà i Comuni. I cani catturati vengono sterilizzati e microcippati dal servizio veterinario dell’Asp. “Quelli che non presentano caratteri di aggressività vengono rimessi in libertà. Ma non è detto che, una volta liberi, non diventino un rischio per i cittadini”, concludono Di Paola e Guardino.