I Carabinieri della Stazione di Raffadali hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dell’agrigentino Giuseppe Faraci e dei gemelli catanesi Dario e Christian Costanza, emesse dal Tribunale di Agrigento e dal Tribunale per i Minorenni di Catania, per i reati di rapina e spaccio in concorso di sostanze stupefacenti.

L’operazione ha avuto inizio nel febbraio 2014 quando due meretrici vengono rapinate, nella notte del 17 febbraio nelle campagne della zona di Santa Elisabetta. Queste ultime avevano trascorso la serata in compagnia di un loro cliente chiamato Francesco che, offertosi poi di riaccompagnarle ad Agrigento, avrebbe imboccato una strada secondaria, dove sono stati fermati da un’auto con tre soggetti travisati e armati di pistola che rapinavo le due ragazze di circa 700,00 euro in contanti, documenti e telefoni cellulari.

Il sedicente “Francesco” non veniva rapinato e che a seguito delle accuse mosse dalle due donne nei suoi confronti in quanto ritenuto complice dei criminali, questi le lasciava in strada andando via. Elemento che ha subito insospettito i militari e che grazie ad accertamenti sono riusciti ad individuare in Giuseppe Faraci il cliente con il quale avevano passato la serata, confermato poi dal riconoscimento fotografico effettuato dalle due donne rapinate.

Proprio dal soprannome del Giuseppe Faraci alias “Peppe scimmia” e dall’evoluzione che ha avuto nella commissione di reati di sempre maggiore rilevanza e già gravato da vicende giudiziarie per i reati di rapina ed estorsione. A seguito di tali risultanze investigative i Carabinieri hanno poi effettuato un perquisizione presso l’abitazione di Giuseppe Faraci rinvenendo una riproduzione della pistola Beretta mod. 85, tre passamontagna e, presso l’abitazione di un altro soggetto sospettato di essere uno dei suoi complici, una pistola ad aria compressa e della sostanza stupefacente. Durante le operazioni d’intercettazione emergeva l’ulteriore propensione dell’indiziato a svolgere anche altre attività criminali emergendo fin da subito che era dedito all’attività di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo “marijuana” nei Comuni di Santa Elisabetta e Raffadali.

Sostanza stupefacente di cui si riforniva a Catania direttamente dai gemelli Christian e Dario Costanzo, anch’essi colpiti da ordinanze di custodia cautelare e ancora minorenni durante l’indagine. Proprio con questi ultimi Faraci ha operato lo spaccio di dette sostanze più volte nell’arco dei circa due mesi di intercettazione, coinvolgendo tra l’altro anche Lorenzo Iacono e Alfonso Lombardo entrambi tratti in arresto nel corso dell’indagine. In particolare nel marzo 2014 i Carabinieri della Stazione di Raffadali avevano fermato l’auto su cui viaggiavano Faraci e Lombardo trovando circa 500 g di sostanza stupefacente di tipo marjuana, occultata all’interno del subwoofer, che era destinata allo spaccio nel paese dell’agrigentino. Per altri soggetti indagati pur essendo stati ritenuti colpevoli del reato ai fini di spaccio non è stata ritenuta necessaria l’applicazione della misura cautelare richiesta dal Sostituto Procuratore Matteo Del Pini per il soggetto agrigentino.

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