QUISQUINA: “NO AL COMMISSARIAMENTO DELL’ATI. FAREMO TUTTO PER CONTINUARE LA GESTIONE IN HOUSE”

[lightbox]I consiglieri comunali del gruppo#Cittadinibivona, Antonio Chiaramonte, Salvatore Marrone, Carola Calafiore, Rosalia Baio, e del gruppo La via delle rondini, di Santo Stefano di Quisquina, Salvatore Presti, Clotilde Reina, Gianluca Pizzo e Rino Ferlita, intervengono con una nota dopo il deposito delle memorie al Prefetto di Agrigento, alla Regione e all’Ati idrico agrigentino, a cura dell’associazione Konsumer con la quale si chiede l’improcedibilità dell’art 147 D.LGS. 152/2006 per i Comuni non consegnatari delle reti e impianti. Una risposta che è mirata anche all’associazione Titano.

“Reputiamo la decisione di commissariare l’ATI Ag9 un tentativo del Governo siciliano di impedire una futura gestione pubblica del servizio idrico, un’azione spregiudicata tesa a un ritorno al passato al solo fine di favorire società private o preparare addirittura il subentro di Siciliacque, società Italo-francese partecipata per il 25 percento dalla regione siciliana. Non accetteremo ancora una volta artifizi e raggiri allo scopo di propinarci feroci commissari intenzionati a frenare il percorso di ripubblicizzazione del Servizio Idrico Integrato”, scrivono i sopra citati consiglieri comunali che ribadiscono che “l’acqua è cara perché è alto il prezzo di acquisto da Siciliacque, società straniera che in tutti questi anni, per mano del governo Cuffaro con il grande imbroglio del sovrambito, continua a ricevere ingenti fondi pubblici, senza mai realizzare opere per il miglioramento delle condotte agrigentine ridotte a colabrodo”.

Nella nota, i consiglieri pongono alcuni interrogativi. “Ci chiediamo come mai queste associazioni non iniziano una battaglia vera, forte e determinata contro quell’unica cordata d’impresa che in questa regione gestisce captazione, accumulo, potabilizzazione, adduzione e tutte le infrastrutture pubbliche, per rivendere l’acqua dei siciliani ai siciliani con un rincaro del 300 percento? Ci chiediamo come mai nessuno pone l’attenzione sulle sorgenti gestite dalle multinazionali che prelevano 10, 20, 30, litri di acqua /secondo per imbottigliarla e rivenderla ricavando ingenti profitti? Ci chiediamo come mai nessuno protesta per chiedere a Musumeci se intende portare a compimento la legge regionale 19/2015 e revocare la concessione alla grande multinazionale Italo-francese Siciliacque?”

“Tentare di impedire il riconoscimento dell’art 147 D.LGS. 152/2006 é cosa triste”, continuano, chiosando che “queste associazioni non stanno facendo un buon servizio né ai consumatori, né ai cittadini e nemmeno al processo di ripubblicizzazione del servizio idrico integrato nella provincia di Agrigento, poiché questo atteggiamento ha il solo fine di aumentare le divisioni all’interno dell’ATI alimentando il gioco di chi ha intenzione di lucrare sulle spalle degli agrigentini”.

“Una cosa è certa-concludono-, se verrà impedita la funzione democratica dell’Assemblea Territoriale Idrica di Agrigento, faremo di tutto per continuare, come in passato, a difendere la gestione diretta del servizio idrico, gestione che reputiamo da sempre la più economica, efficace ed efficiente”.