QUELLA VOGLIA DI SCOMBINARE IL GIOCO ANCHE QUANDO E’ FAVOREVOLE

Editoriale di Filippo Cardinale

Mare in tempesta in casa Pd. La notizia, in verità, potrebbe anche non suscitare emozioni, o, forse è meglio dire non “è notizia”. Non lo è poiché il Pd, da tempo, dimostra una forte propensione autolesionista. E’ avvezzo, per usare un termine abusato nel corso della seduta consiliare di martedì scorso, a farsi del male. La nota durissima del Pd (sulla quale non ha apposto la firma Enzo Sabella) contro il consigliere comunale Simone Di Paola (dello stesso partito) e le annunciate dimissioni dalla carica dello stesso Di Paola, registrano una forte scossa tellurica avvenuta in un modo inusuale e che nessun manuale della politica annovera.

Un comunicato stampa di buona parte del gruppo consiliare del Pd per prendere le distanze da un componente che vi fa parte e che ha scritto capitoli significativi della storia consiliare del Pd. Un comunicato stampa dalla durezza che di solito si riserva agli avversari. Normalmente, se ci sono panni sporchi, essi si lavano in famiglia. Ma in casa Pd, ormai è chiaro, la saggezza è una dote che ha perso di valore. Al Pd, partito d’azionista maggioritario dell’opposizione, sfugge una realtà assai delicata: oggi, l’opposizione tutta punta 17 consiglieri comunali su 30. Non è più opposizione, ma è divenuta maggioranza. Dunque ha un ruolo delicato, in vista anche delle prossime elezioni amministrative.

Oggi ha il profilo della proposta e non della protesta fine a se stessa. Gli argomenti da mettere in campo non sono quelli di rivangare argomenti astiosi, frutto di una sorta di Dna che maledettamente alberga nel tessuto politico di questa città. L’opposizione, o ex opposizione, deve misurarsi sul campo delle proposte che fanno da contraltare a quelle della parte politica che governa la città. Deve, cioè, essere una calamita di consenso su programmi credibili di sviluppo del tessuto economico e sociale della città.

Questo giornale sostiene da tempo che rimettere Sciacca sui binari della crescita è un compito che non può essere affrontato se non in modo sinergico tra le diverse forze politiche. E’ necessario traguardare lo sviluppo della città programmando i prossimi venti anni attraverso un progetto lungimirante in grado di spiegare nel dettaglio il cammino che essa deve percorrere.

Oggi, nessun sindaco, nessuna forza politica, è in grado da sola a invertire una tendenza di forte stallo nella crescita. Continuare a guardare la politica non oltre il proprio naso significa non operare per gli interessi della città, delle giovani generazioni. Significa vivere alla giornata, significa seguitare a gettarsi fango reciprocamente, senza considerare che la macchia rimane indelebile.

Ecco perché la gente non ha più fiducia nella politica, ecco perché si reca sempre di meno alle urne. La querelle delle ultime ore in casa Pd non è certo un segnale indicativo di una svolta culturale della politica.

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