QUEI MURI IN CEMENTO PERICOLANTI DELLE FERROVIE DELLE STATO. REALIZZATI NEL 1985, POCO PRIMA DELLA CHIUSURA DELLA TRATTA
Le Ferrovie stanno provvedendo? Il Comune ha già intimato l’eliminazione della condizione di pericolo. E’ stata informata l’Autorita’ Giudiziaria?
Di Giuseppe Di Giovanna
L’inverno è stato molto lungo e l’avvento della bella stagione invita a riavvicinarsi al mare. Per chi, come me, domenica mattina ha avuto la splendida idea di tentare un bagno nella spiaggia del Lido, lo spettacolo non è stato dei migliori.
E non mi riferisco solamente allo spettacolo di degrado dovuto alla pulizia delle spiagge, che non è potuta iniziare, ed alla devastante maleducazione di quanti, ragazzi ed adulti, si impegnano per trasformare gli arenili ed i sottopassaggi in luridi vespasiani da imbrattare ed in cui andare a drogarsi senza pericolo di essere disturbati.
Lo spettacolo che oggi si presentava agli occhi dei pochi coraggiosi bagnanti era ancora più grave. Una lunghissima serie di muri di sostegno in cemento armato, che già negli anni scorsi aveva mostrato segni di instabilità, durante l’inverno è stata letteralmente scalzata alla base e travolta dai marosi di scirocco.
La tradizionale passeggiata dei bagnanti fino alla Tonnara risulta praticamente impossibile ed il rischio di un ulteriore scorrimento o di un crollo, mentre sono presenti delle persone, non è più una ipotesi balzana.
Si tratta di una serie di muri di sostegno realizzati dalle Ferrovie dello Stato sul finire del 1985 a protezione del rilevato ferroviario. Ricordo ancora l’ammirevole urgenza con cui furono realizzati. Bisognava completare i lavori improrogabilmente prima della fine del 1985.
E già, perché proprio il 31 dicembre di quell’anno la ferrovia doveva essere definitivamente chiusa e bisognava che almeno da Natale a Santo Stefano (letteralmente parlando) la gloriosa Littorina ritornasse a percorrere la linea, perché altrimenti i lavori rischiavano di non potere essere collaudati e quindi pagati.
Un altro trionfo dello sperpero insensato. Parafrasando i nostri padri potremmo a quelle opere mettere un epitaffio: “Sic transit pecunia mundi”.
Oggi tuttavia quei muri, a dimostrazione della proverbiale indistruttibilità delle opere delle Ferrovie Patrie, sono in condizione di gravissimo degrado e costituiscono un serio pericolo per la pubblica incolumità, eccezione questa che impone l’obbligo da parte dei proprietari, benchè pubblici, ad intervenire immediatamente, pena la violazione di precise norme di legge di ampia rilevanza penale.
Ci chiediamo se le Ferrovie dello Stato, o la Società che ad esse è subentrata, sta già provvedendo? Ed il Comune di Sciacca ha già intimato la eliminazione della condizione di pericolo, con la dovuta Ordinanza, informando l’Autorità Giudiziaria per l’eventuale di più a procedersi?
Considerata la estrema gravità della situazione ci aspettiamo, da chi di dovere, una solerte risposta.