Quegli otto Comuni dell’Agrigentino che non conoscono la crisi idrica
Hanno ottenuto la cosiddetta “gestione in salvaguardia”. Ma ora la Consulta degli utenti chiede di fare verifiche
In otto Comuni della provincia di Agrigento non c’è crisi idrica. Si tratta di Alessandria della Rocca, Bivona, Burgio, Cammarata, Cianciana, Menfi, Santa Margherita di Belice, Santo Stefano Quisquina. A sottolineare questa situazione paradossale è la Consulta degli utenti con un documento nel quale, tra le altre cose, invitano il nuovo presidente dell’Ati Idrico, Giovanni Cirillo, ad operare in discontinuità con il passato.
Gli otto Comuni menzionati sono quelli che hanno ottenuto la cosiddetta “gestione in salvaguardia ex art. 147 comma 2bis D.lgs. 152/2006”. La Consulta denuncia da tempo la mancata verifica ed accertamento dei requisiti necessari al riconoscimento di tali gestioni, adempimenti previsti nello Statuto. Il ritardo nella verifica dei requisiti nei Comuni salvaguardati (si sarebbe dovuto procedere già a novembre del 2022) danneggia gravemente Aica in quanto non riceve le risorse e le utenze che spettano al gestore.
La Consulta degli utenti di Aica chiede al nuovo consiglio direttivo dell’Ati di cambiare registro e di operare in discontinuità con il passato. L’intervento delle associazioni nello stesso giorno in cui a Sciacca annunciano un esposto alla Procura della Repubblica affinchè la magistratura valuti l’attività del gestore del servizio idrico e la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti in relazione a quanto rappresentato. “Sono necessarie ed urgenti risposte concrete alla crisi idrica – dice il presidente della Consulta Alvise Gangarossa – e l’Ati, in quanto ente di governo dell’Ambito, ha un ruolo fondamentale nella gestione e risoluzione della crisi”.
La consulta delle associazioni e comitati chiede che i nuovi vertici dell’Ati pongano subito rimedio proprio alla questione degli otto Comuni che gestiscono direttamente il servizio idrico. Il malcontento emerso nel corso dell’ultimo affollato corteo di protesta ad Agrigento, cominciano a toccarlo con mano anche nel versante occidentale della provincia di Agrigento.
Giuseppe Recca da LA SICILIA