SCIACCA. Il caso dell’ufficio turistico comunale che rimane chiuso nei giorni festivi per carenza di personale, ha alimentato negli ultimi anni non solo la legittima indignazione della stampa (il collega Nino Porrello se n’è occupato con dovizia di particolari in occasione della chiusura del 25 aprile, cercando do toccare l’orgoglio e la responsabilità istituzionale degli amministratori), ma anche il dibattito politico cittadino. Da sempre sono fioccate critiche e interrogazione. E spesso chi critica poi amministra, e viceversa. Ma il problema rimane. Tutti hanno dovuto fare i conti con un problema oggettivo. E nessuno è riuscito a risolverlo. Oggi è ancora più difficile. La buona volontà del neo assessore Simone Di Paola, che in passato aveva criticato questa criticità e che oggi annuncia che farà di tutto per trovare una soluzione, si scontra con le indubbie difficoltà a trovare dipendenti pubblici che possono occuparsi di questo servizio. Meno male che il turista oggi, con il web e le relative applicazioni, può ovviare alla tradizionale brochure cartacea turistica e trova con il telefono cellulare le informazioni che cerca. Ma non avere un front office fisico funzionale resta comunque un problema. Ha ovviato all’insufficiente servizio pubblico il Museo Diffuso 5 Sensi con il proprio punto di informazione di piazza Carmine, ma solo in parte. In verità, I dirigenti del Museo in qualche occasione hanno tentato di proporsi per gestire loro l’ufficio pubblico, ma questa intenzione probabilmente si scontra con le normative. A memoria, ricordiamo però che una ventina di anni fa la giunta guidata da Ignazio Cucchiara (i problemi di personale c’erano, ma non come oggi) riuscì ad individuare un percorso alternativo, e lo concretizzò pure. L’allora assessore al turismo Salvatore Mandracchia stipulò delle convenzioni con le scuole superiori della città per degli stage formativi con credito scolastico, riconosciuto agli studenti iscritti a corsi di studi turistici, che a turno venivano impiegati a supporto del personale comunale dell’ufficio turistico. E nel periodo di carnevale gli stessi studenti facevano i tour cittadini con I visitatori. E, se ricordiamo bene, indossavano pure le divise studentesche. E paradossalmente quell’iniziativa non piacque agli impiegati, perché riduceva, e di tanto, la loro possibilità di guadagnare di più con gli straordinari. Ma quelli erano i tempi delle amministrazioni “creative”, quando ci si impegnava a fondo per trovare soluzioni e spesso si trovavano. Oggi ci affidiamo alla determinazione di Di Paola, al quale suggeriamo di riproporre quelle convenzioni con le scuole come hanno fatto I suoi predecessori di 20 anni fa.
Poi ci sono gli aspetti politici: l’opposizione si sta tuffando sulla mancata concretizzazione, da parte della giovane amministrazione in carica, di quella visione di città annunciata a gran voce negli anni scorsi prima di conquistare il palazzo di città. Anche i consiglieri comunali Raimondo Brucculeri e Maurizio Blò hanno affondato i colpi su questo aspetto: “L’amministrazione comunale – scrivono – sembra vivere in un tempo sospeso, lontano dalla realtà del turismo moderno. Un turismo che non aspetta, non perdona ritardi, e soprattutto non si accontenta. Ogni finestra chiusa è un’occasione perduta. Ogni porta sbarrata è un turista in meno. Ogni silenzio, una storia che non verrà raccontata”. E fanno delle domande a Termine & Co.: “Che città volete che sia Sciacca? Un gioiello dimenticato, abbandonato al ricordo di ciò che potrebbe essere stato? O una destinazione viva, accogliente, dinamica, capace di stare al passo con chi lavora – ogni giorno – per rendere la propria terra degna di essere scoperta e amata?”
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