AGRIGENTO- Qualche giorno fa, l’assessorato regionale al Territorio ed Ambiente ha inviato ai due comuni interessati, Agrigento e Palma di Montechiaro, il decreto di istituzione della riserva, da pubblicare nell’albo pretorio per un mese, al fine di permettere a tutti cittadini formulare eventuali osservazioni.
La zona di Punta Bianca- Monte Grande è al centro di un’area naturalistica e paesaggistica di straordinaria bellezza sia per le sue spiagge incontaminate sia per il suo mare cobalto-cristallino. Di incantevole bellezza anche la vegetazione tipica della macchia mediterranea con ferule, mentastri, salvie, palme nane e lentischi. Ricca l’avifauna con uccelli migratori che vi sostano. Interessante anche dal punto di vista archeologico con il santuario castellucciano di epoca preistorica, testimonianza straordinaria del commercio dello zolfo in epoca micenea. Incantevole la collina di marna bianca e la sottostante casa dei doganieri. Da lontano si presenta come un grande sperone di roccia calcarea a forma di prua di nave che si protende e degrada verso il mare creando falesie, calanchi, vallicole, calette e spiagge sabbiose, di marna o acciottolate.
«Ci corre l’obbligo di ringraziare l’assessore Regionale al Territorio ed Ambiente, l’agrigentina Giusy Savarino – ha detto Lombardo – per aver avviato e concluso l’iter di istituzione di questa nuova riserva siciliana».
Per Francesco Miccichè, sindaco di Agrigento, «È una grande vittoria che faccio anche mia. Fin dal mio insediamento – commenta Miccichè – mi sono impegnato per raggiungere, insieme al sindaco di Palma di Montechiaro, questo obiettivo fondamentale per lo sviluppo eco sostenibile del sito che potrà incrementare l’offerta turistica del territorio».
Soddisfazione anche a Palma di Montechiaro. «Un traguardo importante, stiamo parlando di un’area di oltre 400 ettari, che sarà – è il commento del sindaco Stefano Castellino – da un lato tutelata e valorizzata e dall’altro lato aprirà le porte ad una nuova forma di economia e sviluppo turistico sostenibile».
La zona di Punta Bianca – Monte Grande, conosciuta dai più per le sue spiagge incontaminate e per il suo mare cobalto- cristallino, si trova al centro di un’area naturalistica e paesaggistica di incomparabile bellezza.
Affascinante è la vegetazione tipica della macchia mediterranea con ferule, mentastri, salvie, palme nane e lentischi. L’avifauna che vi alberga e gli uccelli migratori che vi sostano non mancheranno di attirare gli amanti del birdwatching.
Un richiamo irresistibile per gli amanti dell’archeologia è il santuario castellucciano di epoca preistorica, testimonianza straordinaria del commercio dello zolfo in epoca micenea. Non mancano tracce e manufatti legati all’estrazione dello zolfo (protrattasi fino agli ultimi decenni del XIX sec.) e al periodo bellico (bunker della II guerra mondiale).
La collina di marna bianca e la sottostante casa dei doganieri, abbandonata e in parte diroccata, costituiscono gli elementi più iconici e identificativi del paesaggio.
Da lontano si presenta come un grande sperone di roccia calcarea a forma di prua di nave che si protende e degrada verso il mare africano creando falesie, calanchi, vallicole, calette e spiagge sabbiose, di marna o acciottolate.
«Tutto questo – spiega il presidente di Mareamico, Lombardo – rappresenta una grande attrazione turistica e un grande richiamo d’immagine per la provincia di Agrigento. Basti pensare che sulla marna di Punta bianca sono state fatte importantissime e costosissime campagne pubblicitarie con testimonial di grande richiamo, come Belen. Unica nota stonata è la presenza del poligono di tiro dell’esercito che ancora non è stato chiuso nonostante gli impegni presi dalla regione e dal comando militare della Sicilia che ci hanno portato spesso a protestare impedendo anche fisicamente ai mezzi dell’esercito di accedere nell’area
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