PULLARA: “NON CAPISCO LE PROTESTE PER LE AREE COVID-19. SCELTA OBBLIGATA”

“Centralizzare tutto su un presidio sanitario, che è nella mente di coloro i quali in questi giorni protestano, sarebbe una scelta ottimale per la cura del paziente affetto da Covid 19, ma mancano in assoluto le condizioni quindi è scelta che si rivelerebbe fatale.” Lo afferma il deputato regionale Carmelo Pullara, vice presidente della Commissione Sanità dell’Ars, consapevole che “sarebbe come pensare di comprarsi una Ferrari senza averne i soldi, un sogno non un obiettivo reale da perseguire.”

L’intervento di Pullara, di oggi, segue la protesta di una parte della politica e di una parte del personale sanitario delle cittadine di Sciacca e Agrigento per l’assegnazione di posti Covid 19. Si pone un punto di domanda: “”Dove portiamo, anzi deportiamo, i pazienti Covid della provincia di Agrigento, in particolare quelli dei comprensori di Sciacca e Agrigento?”

Per il deputato Pullara, “alle condizioni attuali non sono perseguibili oggettivamente altre possibilità non fosse altro per l’assoluta non presenza di disponibilità di medici specialisti nelle diverse branche necessarie alla cura del paziente affetto da covid 19”.

E sulle proteste, Pullara aggiunge che “provengono soprattutto dalla parte politica, con uno spirito quasi campanilistico, miope poiché chi va curato è lo stesso paziente, nella maggior parte dei casi, della rispettiva città, che quindi oggi non troverebbe nel proprio ospedale accoglienza e risposta di salute. Ma mi chiedo, se tutti ragionassimo così ed i pazienti affetti da Covid non li volesse nessuno, la conseguenza sarebbe chiara a tutti”.

In provincia di Agrigento insistono 5 ospedali, due maggiori per così dire, Agrigento e Sciacca, due minori, Canicattì e Licata, e uno in rifunzionalizzazione, Ribera. Pullara spiega che “la strada scelta dall’Assessorato Regionale della Salute, conseguentemente sposata ed applicata dai vertici dell’Asp di Agrigento, è stata quella di una spalmatura dei posti letto Covid sui 4 ospedali ivi compreso la creazione degli afferenti posti di terapia intensiva. Quindi, non la scelta di un Covid hospital, né ad Agrigento né a Sciacca né a Ribera né altrove”.

Pullare che sembra parlare da medico, dichiara che “molti non comprendono che per assistere un paziente affetto da Covid 19 è necessario un approccio multidisciplinare perché lo stesso sviluppa complicanze non solo respiratorie ma anche neurologiche, nefrologiche/urologiche e cardiologiche. Da ultimo addirittura la patologia darebbe anche corso a complicanze di pertinenza oftalmiche”.

Dunque, quella scelta è “l’unica strada, tranne che non si vogliano creare dei lazzaretti affidandosi al buon Dio”.  E allora, la scelta di centralizzare tutto su un presidio è giusta, secondo Pullara, “per assistere al meglio i pazienti Covid e no Covid”.

Considerato che “col tempo si è deciso di rafforzare, con implementazione di risorse umane, strumentali, strutturali e specialistiche, i due ospedali più grandi e meglio dislocati strategicamente, Sciacca e Agrigento, è normale che nel momento del bisogno diano di più”:

Per Pullara appare “una stranezza tutta agrigentina”, e non nasconde un cattivo pensiero sulla protesta: “Mi auguro non montata ad arte faziosamente, ovvero chissà con quale scopo, alla quale molti si sono accodati in buona fede”.

Non poteva non mancare il paragone con quello che è successo al nord. “A nulla serve come ho sentito e letto in giro sbandierare i casi di Codogno e Bergamo che nulla hanno a che vedere per un semplice e logico ragionamento: gli ospedali di Codogno e Bergamo sono diventati focolaio con le conseguenze che sappiamo poiché la malattia non era conosciuta, non c’era quindi un pre-triage specifico, non c’era un percorso diversificato in pronto soccorso. I pazienti Covid positivo e Covid negativo, poiché non a conoscenza, erano ricoverati in medesima stanza come è normale che sia per trattare la patologia di cui si è affetti”.

Ma al sud, qui da noi “la situazione è completamente diversa: c’è il pre-triage, un percorso in Pronto Soccorso dedicato, una degenza dedicata a prescindere dalla patologia da cui si è affetti, sarà lo specialista ad andare nell’area dedicata”. Dunque, “la scelta di spalmare i posti letto su tutti i presidi ospedalieri è stata quindi obbligata resa però ottimale da due fattori: l’aumento di posti letto covid sul territorio della provincia di Agrigento, e la presenza di posti covid, in appoggio al pronto soccorso”.

Pullara, infine, guarda al futuro “Ritengo che la sanità, dopo questa esperienza che stiamo vivendo, cambierà e bisognerà pensare ad essere pronti per il futuro ad evenienze di questo tipo”.  Il deputato conclude invitando ” tutti  ad abbassare i toni, rientrando in un quadro di responsabilità più proprie ed ai sanitari della provincia e a quelli aziendali”.