Province, voto probabile ad aprile. Alle urne solo sindaco e consiglieri comunali

A Roma, Fratelli d’Italia si mette di traverso e naufraga il tentativo del centrodestra di aiutare la Regione a reintrodurre l’elezione diretta nelle ex Province

PALERMO- La decisione e’ maturata ieri alla Camera e crea una frattura politica nel centrodestra. La norma che stoppata avrebbe permesso alla Sicilia di riportare l’elezione diretta nelle Province. Era stata scritta da Forza Italia e Lega e sostenuta anche da Dc, Noi Moderati ed Mpa. La norma doveva ribevete una copertura nazionale alla riforma in discussione all’Ars che punta ad abrogare i Liberi Consorzi per tornare alle vecchie Province. Il paracadute nazionale serviva a evitare che la Sicilia si trovi in condizioni di conflitto istituzionale con il resto del Paese, dove invece la riforma che prevede i Liberi Consorzi e le elezioni di secondo livello resta in vigore. A Roma c’è stato il no esplicito di Fratelli d’Italia. La soluzione caldeggiata dal presidente Schifani per tornare all’elezione diretta era contenuta in un emendamento agganciato al decreto legge Emergenze. E impostava la questione delle Province siciliane proprio come una emergenza da risolvere per poter governare la crisi idrica e i problemi di viabilità nelle Province. Una forzatura, secondo Fratelli d’Italia che in Commissione si è messa di traverso, al punto che lo stesso relatore del decreto, Mauro Rotelli, ha fatto dichiarare inammissibile la norma. A Schifani non rimane altro che constatare che e’ inevitabile procedere alle alle elezioni di secondo livello. Molto probabilmente in primavera.
è praticamente inevitabile e dovrebbe avvenire ad aprile».