PRONTO SOCCORSO OSPEDALE SCIACCA: C’E’ SPESSO CAOS, OCCORRE POTENZIARE IL PERSONALE
Il reparto negli ultimi anni è stato oggetto di interventi di ampliamento, ma medici e infermieri sono sempre pochi e in estate ci si ingolfa
Estate di emergenze al pronto soccorso dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca. La denuncia al Tribunale per i diritti del malato di un utente che ha segnalato di avere sostato nell’area di emergenza per oltre 13 ore ha riacceso i riflettori su uno dei reparti sottoposti a maggior carico di lavoro del nosocomio saccense.
E’ un sessantenne di Menfi l’uomo che si è rivolto al Tdm per un problema cardiaco che poi si è risolto senza gravi conseguenze. Ma per avere una diagnosi ha dovuto attendere ben tredici ore, in un reparto affollato di utenti provenienti da una vasta area geografica dell’hinterland saccense.
Il reparto negli ultimi anni è stato oggetto di interventi di ampliamento e di organizzazione del lavoro, ma la carenza di personale, confermata anche dai medici attualmente in servizio, condiziona l’attività quotidiana e crea disagi che nel periodo estivo, quando la popolazione residente è aumentata, si sono tramutati in stress costante per utenti e operatori sanitari.
L’unità operativa dispone di sei posti letto, è certamente meglio organizzata rispetto a qualche anno fa, ma all’aumento degli accessi non si è aggiunto un incremento del personale. Un mese fa circa, l’Asp ha assegnato un nuovo medico, ma lo stesso non avrebbe nemmeno preso servizio, comunicando lo stato di gravidanza. Gli operatori sanitari in servizio non si sbilanciano, ma ci riferiscono che lavorando in condizioni poco ottimali e spesso condizionanti, soprattutto in determinate ore della giornata, quando l’afflusso di pazienti è continuo. A tutto ciò si aggiunge lo stato spesso esasperato degli utenti, alcuni dei quali, incuranti delle procedure di gestione delle emergenze, vorrebbero essere aiutati prima degli altri. La problematica dell’area di emergenza è stata più volte affrontata nel corso degli incontri con i vertici dell’Azienda sanitaria provinciale, nelle prossime settimane al Senato verrà trattata un’interrogazione riguardante la sanità agrigentina e in particolare i servizi del presidio ospedaliero saccense, che non garantiscono adeguata assistenza.