PRONTO IL PRESEPE “MONUMENTALE” DI ANTONIO GOVERNALE NELL’EX CHIESA SANTA MARGHERITA
E’ possibile ammirare già da oggi, nell’ex chiesa Santa Margherita, il presepe artistico realizzato da un giovane artista sambucese. Antonio Governale. Ha realizzato un imponente presepe artistico che sovrasta la nicchia che si trova all’interno del monumento posto in piazza Carmine.
Il presepe nasce come rappresentazione di alcuni passi del Vangelo relativi alla venuta al mondo del Salvatore. In particolare vi trovano spazio Il Mistero, ovvero la nascita del Bambino, l’Annuncio, ovvero l’apparizione di un angelo ai pastori, l’adorazione dei Magi e il Diversorium, l’albergo dove Maria e Giuseppe avevano cercato invano riparo. Il tutto appare come uno squarcio di un paesino del settecento. I volti, le attività, ed i costumi sono quelli dell’epoca, parti di un paese affollato e variopinto. Le figure principali rappresentano i protagonisti dell’ “Annuncio”, poveri pastori raggiunti dal messaggio divino della nascita del Redentore. Troviamo anche i Re Magi in cammino per rendere omaggio al Redentore. Diverse le razze, diverse le età, diversi i simbolici doni dei tre sovrani : un simbolo dell’universalità e trasversalità della Salvezza significata della nascita del Bambino poco più in là il “Diversorium”, l’albergo dove l’umanità godereccia, ai limiti di una rabelaisiana fantasia, dà il destro per la rappresentazione di quanto di più squisito potesse offrirsi agli occhi di un popolano dell’epoca. Sui banchi, nei trionfi di formaggi e latticini di ogni tipo, varietà di pane meticolosamente diversificate, gli agnelli squartati e pelati, i quarti di maiale e di bue. Intorno alle cibarie, tutta l’umanità e gli animali che avremmo potuto incontrare al mercato, sempre in un paesino del tempo. Tutto appare come una scena in cui si consuma il Mistero più grande: la nascita di Gesù. In quella scena, così quotidiana ed affollata, il Mistero appare ancora di più come qualcosa di straordinario, eccezionale, fermato in un cono di luce divina. Un Miracolo, appunto: eccezionale nella sua differenza rispetto alla vita di ogni giorno, ma accessibile perché aperto alla vista e alla comprensione di chi vive quel quotidiano.