Prolungamento banchina, si procede con il collaudo dei lavori realizzati
Dopo il collaudo dei lavori realizzati si potrà procedere all’ipotesi di risoluzione del contratto con il consorzio Copatc e Bonina Srl
SCIACCA- Sono stati affidati i lavori per il collaudo dei lavori fin qui realizzati dal consorzio CONPACT e dalla associata Bonina srl al fine di quantificare i lavori e procedere quindi alle ipotesi di risoluzione del contratto o continuazione dei lavori da parte della stessa società appaltatrice. Il riferimento è ai lavori del prolungamento della banchina San Pietro, fermi da diversi mesi.
Di recente, in una visita a Sciacca, l’assessore Aricò, di Fratelli d’Italia, ha illustrato un nuovo decreto di finanziamento che aggiunge delle ulteriori somme l’assessorato regionale delle infrastrutture guidato dall’esponente di Fratelli d’Italia.
LE IPOTESI PER PROCEDERE CON I LAVORI. Le ipotesi in campo ad oggi per la continuazione dei lavori sono al momento tre: continuazione dei lavori da parte dello stesso Consorzio e Bonina srl, revoca dell’affidamento dell’appalto e scivolo della graduatoria alla società arrivata seconda nell’originaria gara di appalto oppure come terza ipotesi residuale revoca di tutta la gara e indizione di una nuova gara di appalto.
La novità di questi giorni è l’affidamento dell’incarico a società specializzata di San Cataldo che dovrà quantificare i lavori e quindi mettere uno spartiacque fra i lavori realizzati e quelli da realizzare. Si coglie occasione per sollecitare l’amministrazione affinchè richieda un confronto con il dipartimento infrastrutture portuali diretto dall’ing. Teresi affinchè si affronti la questione del piazzale banchina San Pietro oggi parzialmente interdetto.
A darne notizia è una nota dei consiglieri comunali di Fratelli d’Italia di Sciacca, Gaetano Cognata e Calogero Filippo Bono, che sollecitano l’amministrazione comunale a richiedere un confronto con il Dipartimento Infrastrutture Portuali, diretto dall’Ing. Teresi, per affrontare la questione del piazzale banchina San Pietro oggi parzialmente interdetto.