PROGRAMMI ELETTORALI, ROBE GIA’ VISTE E RIVISTE?
E’ il momento di proporre soluzioni alle questione che riguardano la città. Invece, si rischia di propinare le solite enunciazioni generiche
La campagna elettorale in vista delle elezioni dell’11 giugno non ha ancora chiuso definitivamente il cerchio delle ufficializzazioni delle candidature. Se già 4 candidati sono certi e hanno dato il via alla macchina organizzativa, Valenti per il centrosinistra, Bono per il centrodestra, Termine per Mizzica e Mistretta per il M5S, rimane incerta la scesa in campo di Stefano Scaduto, attuale presidente dei Popolari per Sciacca. Rimane da definire anche la decisione del gruppo Messina-Turturici-Monteleone-Ferrara-Bono. L’unica certezza è quella che i cinque stanno completando una lista “agguerrita”, con un candidato a sindaco.
Le forze politiche sono impegnate nella stesura dei programmi elettorali. Il documento sembra più un rispetto delle imposizioni normative che la stella polare da seguire per concretizzare quelle promesse che vengono elargite con eccessiva enfasi durante la campagna elettorale. Programmi che, siamo certi anche senza statistiche, la maggior parte degli elettori non consulta. Anche perché, sulla scorta delle esperienze precedenti, essi si somigliano incredibilmente, ma soprattutto rappresentano una fiera di enunciazioni basate sulla genericità.
Siamo convinti, ma speriamo sinceramente di sbagliarci, che i programmi elettorali di prossima diffusione, seguiteranno a contenere enunciazioni, aspetti generici. Siamo convinti che nessun programma avrà una proiezione di Sciacca nei prossimi 20 anni, su quali binari, cioè, verrà posta per assumere un assetto in grado di far comprendere orizzonti certi di sviluppo e di assetto della nostra città. Sulle terme, ad esempio, già girano “soluzioni” che sembrano più battute che pratici viatici. Parlare ancora di gestione pubblica è una bestemmia. Parlare di una gestione comunale è una doppia bestemmia.
Il “pubblico” locale ha già dimostrato di non sapere manco gestire un info point, un museo. Figuriamoci la gestione di una macchina complessa radicata nella concezione moderna del turismo. Né basta pronunciare la parola legalità. A presidio di questa ci sono le forze dell’ordine, c’è la magistratura.
E’ prioritario, invece, capire come gli aspiranti sindaci prendano le redini del cavallo finanziario del Comune senza lamentarsi, qualche giorno dopo, che soldi non ce ne sono. Capire nel dettaglio come faranno a garantire servizi al cittadino senza aumentare le tasse. Anzi, come qualcuno prospetta, come farà a garantire l’erogazione di servizi diminuendo le tasse senza il conforto di un aumento dei trasferimenti statali e regionali. Sarebbe interessante comprendere nel dettaglio come i candidati immaginano di fare rivivere il centro storico tutto l’anno. Come presentare la città nella sua veste turistica con le coste rivalutate, valorizzate, servite da parcheggi e altri servizi come le docce, ad esempio. Come riparare tutto il manto stradale cittadino.
Sono esempi banali, quasi elementari. Ma appunto perché sono elementari sarebbe opportuno che ogni candidato scrivesse nel programma i modi concreti di soluzione dei problemi. Non semplici enunciazioni.
Purtroppo, fino ad oggi si colgono più espressioni improntate a cavalcare i mal di pancia. Un semplice analgesico non basta. E’ necessario che ognuno spieghi come rimuovere la causa della patologia, non l’effetto. Ecco perché siamo convinti che questa campagna elettorale non si discosterà dalle precedenti. Al di là dei mal di pancia.