Progetto Sciacca: “Giunta mai in grado di affrontare l’ordinaria amministrazione” 

SCIACCA. Lo scioglimento del Consiglio comunale ha avuto riflessi sul ring della politica. Essa abbondava di scontri epistolari tra le parti politiche, da mesi non più. Da quando, esattamente, è stato sciolto il Consiglio comunale. Atto che ha dipinto la storia politica saccense di un nero profondo e che ha cassato la città della sua rappresentanze elettorale con l’espressione democratica del voto.

A rompere, di tanto in tanto, il silenzio ci pensa l’ex opposizione, o parte di essa. Ad esempio, il gruppo dei grillini è sparito dal radar. Come anche Mizzica. Si presume che, nei prossimi mesi, il clima politico tornerà ad infiammarsi in considerazione che tra un anno saremo nel pieno del clima elettorale per il rinnovo del Consiglio comunale e l’elezione del nuovo sindaco.

Intanto, oggi intervengono Calogero Filippo Bono e Giuseppe Milioti della lista Progetto Sciacca, i quali chiosano come sia “vergognoso “che ci sia una sola ditta che deve operare sul territorio per ripristinare i cedimenti del manto stradale”. Uno scandalo che sottolineano “i quattro anni trascorsi nei quali insiste l’inerzia e la mancanza di capacità organizzativa ed  amministrativa della compagine di governo locale, mai in grado di affrontare l’ordinaria amministrazione”.

Bono e Milioti rimarcano la viabilità che “continua ad essere precarie ed in tilt a causa di continue e ripetute chiusure di diverse arterie della nostra Sciacca, causati da cedimenti della rete fognaria ma anche da mancati interventi in strade esterne ed interne che ormai risultano impraticabili”:

“La situazione di degrado in cui versano le strade e il pericolo costante a cui sono sottoposte tutte le persone che le percorrono giornalmente continua a darci la dimensione di una città abbandonata. In questi anni chi amministra non è neanche riuscito a togliere una transenna dopo che la stessa veniva collocata”.

Per Bono e Milioti, Sindaco e assessore al ramo “devono indignarsi di questo ed oltre a protestare giustamente nei confronti della gestione commissariale, devono protestare contro se stessi per non essere stati in grado di governare piccoli processi amministrativi”.

Filippo Cardinale