PROCESSO TUTINO: TESTE RIVELA INTERVENTO PROGRAMMATO DI “SBIANCAMENTO ANALE” PER CROCETTA
L’ex presidente della Regione Rosario Crocetta durante il suo mandato provò a sottoporsi a un intervento di “sbiancamento anale” presso l’ospedale pubblico di Villa Sofia, a Palermo. Le voci che da tempo si rincorsero, che si pensava fossero frutto di gossip, hanno fatto parte della deposizione di un teste del processo all’allora primario Matteo Tutino, accusato di truffa aggravata.
Come riporta oggi il Giornale di Sicilia, un testimone ha sostenuto in Tribunale che in effetti quell’intervento venne programmato, ma non se ne fece più nulla per l’opposizione di alcuni anestesisti che si rifiutarono, per evitare di essere complici di un intervento di chirurgia estetica e non plastica, dunque illegittimo in una struttura pubblica.
Su questa vicenda l’ex governatore nega e annuncia di avere dato mandato al proprio legale per procedere con una querela.
«Inizialmente era una voce – ha detto Antonio Iacono, già coordinatore delle sale operatori del Villa Sofia rispondendo alle domande del pm Giacomo Brandini – che arrivava dagli infermieri. Poi mi fu confermata dal caposala delle sale operatorie, il dottore Amato. Io mi premurai di avvertire Sampieri: la diagnosi in cartella era di obesità e Tutino aveva inserito anche Crocetta in ospedale per un intervento di chirurgia estetica”. Il pm chiede se si fosse trattato di “lifting addominale”. “E’ di sbiancamento anale”, ha insistito il medico, salito sul banco dei testimoni.
“Menzogne”, replica Crocetta: “I soli interventi che ho fatto durante la mia presidenza sono stati effettuati in una clinica privata di Palermo, a mie spese, come prova conservo gelosamente le fatture e le evidenze bancarie, nonostante si sia trattato di interventi funzionali coperti da Lea e quindi dal sistema sanitario pubblico”.