PROCESSO STATO-MAFIA, IL FIGLIO DEL MARESCIALLO GUAZZELLI: “MANNINO TEMEVA DI ESSERE AMMAZZATO”
“Dopo l’omicidio Lima l’on. Mannino temeva per la sua vita. Disse amio padre: “Il prossimo potrei essere”. Lo ha raccontato, deponendo al processo sulla trattativa Stato-mafia, Riccardo Guazzelli, figlio di Giuliano Guazzelli, il maresciallo dell’Anna ucciso i14 aprile del ’92 ad Agrigento. La testimonianza, per i Pm, proverebbe i timori che avrebbero indotto l’ex ministro Dc Calogero Mannino a spingere l’allora capo del Ros, Antonio Subranni, ad avviare un dialogo con Cosa Nostra tramite l’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino.
Il trait d’union tra Subranni, che è tra gli imputati del processo con l’accusa di minaccia a corpo politico dello Stato, e Mannino, processato separatamente in abbreviato sempre per la trattativa, sarebbe stato proprio il maresciallo Guazzelli convocato più volte dall’ex ministro, preoccupato per la sua vita.
Il primo incontro tra i due avvenne a Palenno nella segreteria politica di Mannino a febbraio del ’92. Il politico raccontò al maresciallo di avere subito un’intimidazione. Poi si videro dopo l’omicidio dell’eurodeputato Salvo Lima, avvenuto a marzo dello stesso anno, e in quel caso Mannino esplicitò in modo netto i timori per la sua vita.
Al processo sono imputati oltre a Subranni, i militari Mario Mori e Giuseppe De Tonno, Giovanni Brusca, Massimo Ciancimino, i boss Totò Rima, Antonino Cinà e Leoluca Bagarella, l’ex senatore Marcello Dell’Utri e l’ex ministro Nicola Mancino che risponde di falsa testimonianza.
Il testimone ha poi parlato delle indagini che il padre svolse su Mannino, accusato di collusioni mafiose dal pentito Rosario Spatola, e del rapporto di amicizia tra il padre e Subranni.