Processo “Montagna”, la requisitoria di Alessia Sinatra: “Sabella eletto grazie ad un accordo col boss del paese Giuseppe Nugara”
SAN BIAGIO PLATANI. «Eletto grazie ad un accordo col boss del paese Giuseppe Nugara, con una precisa strategia messa a punto nei dettagli che prevedeva pure una formale contrapposizione di liste che, in realtà, serviva solo a favorire la sua elezione». E’ il quadro accusatorio dipinto dal pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, Alessia Sinatra, nel quale l’ex sindaco di San Biagio Platani, Santo Sabella, nel 2014, sarebbe stato eletto grazie ad un accordo col capomafia che organizzó tutto nei dettagli avendone in cambio la gestione di affari e appalti per uomini a lui vicini.
Bisognerò attendere l’udienza del prossimo 6 maggio per sapere la pena che il magistrato inquirente Alessia Sinatra avanzerà per Santo Sabella, l’ex sindaco di San Biagkio Platani.
Finì in manette il 22 gennaio del 2018, con l’operazione “Montagna” effettuata dai carabinieri. L’udienza del 6 maggio è la quarta e ultima dedicata alla requisitoria. Per la pubblica accusa, l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa è pienamente provata e scaturisce dall’accordo che portó alla elezione a sindaco di Santo Sabella nel 2014.
«Nugara (condannato a 19 anni e 6 mesi nello stralcio abbreviato del processo) – ha aggiunto il pm – organizza ogni cosa nel dettaglio e gestisce la composizione delle liste pensando di inserirne due apparentemente contrapposte. Dal contenuto delle intercettazioni, in realtà, il disegno è evidente fin dall’inizio. Il risultato fu la totale assenza di opposizione al Comune».
Secondo il magistrato della Dda, che ha ripercorso la lunga serie di conversazioni, emergerebbe «il pieno accordo di spartizione fra il sindaco e il capomafia. del paese. Nelle trattative iniziali fu coinvolto anche Raffaele La Rosa (condannato a 13 anni e 4 mesi), cugino di Sabella».
Il Comune, quindi, che per questi fatti, è stato sciolto dal Consiglio dei ministri per infiltrazioni della criminalità organizzata, sarebbe stato pienamente asservito al capomafia del paese.
Lavori pilotati «Quando Sabella entra in conflitto con l’impresa Milioti (fratelli di Carmelo, braccio destro del boss Maurizio Di Gati), Nugara interviene per dirgli di non fargli la guerra». L’impresa di Milioti, in particolare, stava eseguendo dei lavori di rifacimento di una scalinata. Sabella non avrebbe apprezzato le modalità di esecuzione dell’appalto e voleva formalizzare delle contestazioni venendo, però, bloccato, secondo quanto ricostruito dal pm Sinatra, dallo stesso Nugara. «Lo aveva favorito nell’aggiudicazione dell’appalto e non doveva essere disturbato».
Un altro elemento di contiguità, secondo il pubblico ministero è il contenuto di un’intercettazione nella quale si sentirebbe il sindaco mettere in guardia il boss da un appuntato dei carabinieri e della presenza di telecamere in alcuni punti del paese.
Filippo Cardinale