PROCESSO APPELLO A LILLO MANNINO, IL PG: “TRATTO’ CON LA MAFIA PER SALVARSI LA VITA”
Oggi al via la requisitoria del procuratore generale nel processo d’appello all’ex ministro accusato di minaccia a Corpo politico dello Stato. Nella sua requisitoria, il procuratore generale Roberto Fici ha stigmatizzato le condotte di Mannino, accusato di aver dato input alla trattativa tra lo Stato e la mafia, grazie ai suoi legami con gli ufficiali del Ros, per salvarsi la vita.
Nella ricostruzione dei pm l’ex ministro, che aveva subito attentati e intimidazioni, era nel mirino di Cosa nostra, che aveva deciso di eliminarlo perché non aveva mantenuto i patti stretti con le cosche. “Calogero Mannino non si è comportato da persona onesta di fronte alle ipotesi di minacce provenienti da cosa nostra” ha detto il pg, secondo il quale, dunque, l’ex Ministro avrebbe trattato con la mafia per salvarsi la vita.
“Non c’è commento da fare alla requisitoria iniziata stamane al processo d’appello contro di me – ha detto Calogero Mannino – un processo cosiddetto abbreviato che dura da alcuni anni. Il pubblico ministero, non potendo avere argomenti seri di accusa, ripete una storia che non sta in piedi da nessuna parte. Neppure la discutibile sentenza Montalto che ha chiuso il primo grado del processo di Corte d’Assise ha trovato argomenti di colpevolezza da portare contro di me. Il sostituto procuratore generale – ha aggiunto – oggi si è rifugiato nell’offesa personale e nell’ingiuria, esponendo la sua qualità di rappresentante dell’accusa ad una debolezza, segno più grave di debolezza intellettuale e culturale”. La requisitoria proseguirà il prossimo 1 aprile. L’ex politico, lo ricordiamo, è stato assolto in primo grado dopo avere optato per il rito abbreviato, mentre i coimputati, come gli ex ufficiali del Ros Mori, Subranni e De Donno sono stati condannati in ordinario a pene pesantissime.