PROCESSO ANTIDROGA “SAN MICHELE”. RICHIESTE CONDANNE PER ANGELO PECORARO E VINCENZO PICONE
Operazione antidroga “San Michele”. Due dei dieci imputati, Angelo Pecoraro, di 33 anni, e Vincenzo Picone hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato. Si è conclusa la discussione del pubblico ministero Alessandro Moffa, con la richiesta di condanna a 4 anni e 20 giorni, oltre ad una multa di 20 mila euro per Angelo Pecoraro, e 3 anni e 14 mila euro di multa per Vincenzo Picone, di 43 anni. Nella prossima udienza discuteranno i difensori, gli avvocati Giovanni Vaccaro e Accursio Gagliano. Poi, il Gup Giuseppe Miceli emetterà la sentenza.
In precedenza, cinque imputati hanno patteggiato la pena. Francesco Pecoraro (35enne di Sciacca), difeso dall’avvocato Giovanni Forte, ha patteggiato la pena di 4 anni e 10 mesi e 20 giorni di reclusione, oltre alla multa di 20.000 euro. Sconterà la pena ai domiciliari. Angela, Frazzetta (32enne di Sciacca), difesa dall’avvocato Giuseppe Tramuta, ha patteggiato 2 anni e 8 mesi e una multa di 16.000 euro. Sconterà la pena con l’espletamento dei servizi sociali; Giuseppe Pecoraro ( 25enne di Sciacca), difeso dall’avvocato Gino La Placa, 4 anni e 2 mesi e 20.000 euro di multa, sconterà la pena ai domiciliari; Felice Montalbano, (36enne di Sciacca), difeso dagli avvocati Carlino e Filippo Marciante, 10 mesi di reclusione (pena sospesa) e 3000 euro di multa; Cristian Licata (24enne di Sciacca), difeso dall’avvocato Sergio Indelicato, 2 anni (pena sospesa) e 2.400 euro di multa.
Simone Catanzaro (42enne di Sciacca), difeso dall’avvocato Calogero Sant’Angelo, ha scelto, invece, di essere processato con il rito ordinario. Camillo Gattuso (53enne di Palermo) e Giuseppe Billitteri (53enne di Palermo) sono giudicati dal Tribunale di Palermo.
L’operazione antidroga culminò con il blitz dei carabinieri il 3 luglio del 2102. Le indagini hanno preso spunto dall’arresto di un corriere operato nel febbraio di quell’anno al capolinea degli autobus di via Agatocle, proveniente da Palermo. Allo stesso furono sequestrati circa gr. 200 di hashish. Le investigazioni successive permettevano di intercettare allo stesso modo altri due corrieri con conseguente sequestro di ulteriore sostanza stupefacente e di acclarare con sostanziale certezza come il canale di approvvigionamento privilegiato fosse quello palermitano. I corrieri venivano scelti preferibilmente fra insospettabili, meglio se incensurati, che si spostavano a bordo degli autobus di linea sulla tratta che congiunge il centro termale al capoluogo di regione. Fiorente l’attività di spaccio individuata. Numerosi gli episodi di cessione certificati.
Durante le indagini è stato accertato che tutti i soggetti coinvolti, pur non essendo legati da uno stabile vincolo associativo, gestivano autonome attività di spaccio di sostanze stupefacenti tipo hashish e marijuana, operando talvolta in concorso in relazione alle esigenze ed alla disponibilità di stupefacenti da distribuire. Fra i più attivi nella illecita attività, secondo gli investigatori, i tre fratelli Francesco, Giuseppe e Angelo Pecoraro. Contigua al gruppo familiare, secondo la pubblica accusa, e complice nelle illecite attività, la moglie di Francesco Pecoraro, Angela Frazzetta, che si sarebbe adoperata in modo particolare per contattare gli acquirenti e fissare gli appuntamenti per le cessioni, rivelandosi poi particolarmente scaltra nell’elargire consigli al marito al fine di eludere i controlli delle forze dell’ordine.
L’indagine, avvalsasi anche di attività tecniche di intercettazione di conversazioni, ha permesso poi di individuare quello che è un vero e proprio gergo usato per le illecite attività. Motore, meloni, cosa, saponetta, storia, lasciare o essere rimasto a piedi sono solo alcune delle definizioni o allocuzioni individuate nel corso delle indagini per riferirsi allo stupefacente.