Prime piogge e la Sicilia va in tilt: notevoli danni e disagi. A Salaparuta, Poggioreale e Gibellina danni a uliveti e vigneti. Grandine come palline da ping pong
Siamo agli estremi, dalla siccità ai danni da maltempo. A pagare il prezzo più alto è l’agricoltura, già provata dalla lunga siccità. Secondo una prima sommaria stima, poche ore di pioggia e
grandine avrebbe provocato danni stimati per circa un milione di euro nella zona del Belice. A fare questa stima il Consorzio tutela vini doc Salaparuta: «Uliveti e vigneti nella zona di Salaparuta, Poggioreale e Gibellina – afferma il presidente dell’organismo di tutela, Pietro Scalia al Giornale di Sicilia di oggi- sono stati seriamente compromessi. Ha piovuto grandine dalla grandezza di palline da ping pong, ho trovato a terra numerosissime olive e quelle rimasti sull’albero oggi bisognerà capire in che condizioni sono». L’ondata di grandine ha fatto ulteriori danni. Gli automobilisti che si trovavano a percorrere la strada Palermo-Sciacca sono stati travolti dalla tempesta e, ad alcuni di loro, la grandine ha spaccato il parabrezza. «Gli agricoltori, già colpiti dalla crisi idrica, dovranno ora fare i conti con questi ulteriori danni e sono in ginocchio. La grandine ha, di fatto, danneggiato il raccolto, frutto di mesi e mesi di sacrifici», conclude Scalia.
Una forte grandinata ha investito la Città dei Templi creando disagi alla circolazione. Fiumi d’acqua
piovana per le strade del centro e delle frazioni del Villaggio Mosè e di San Leone, con conseguenti
difficoltà nel transito veicolare andato praticamente in tilt. I danni maggiori si sono registrati nelle zone montane. Diverse le strade provinciali ed ex consortili della zona di Cammarata rimaste chiuse a seguito del nubifragio che ha interessato buona parte delle aree interne della provincia. Quattro mezzi meccanici del Libero consorzio di Agrigento e dell’impresa Bellia titolare del contratto per la manutenzione delle strade provinciali sono intervenuti, coordinati dai dirigenti tecnici dell’ex Provincia, Michelangelo Di Carlo e Filippo Napoli e da Totò Cacciatore insieme al personale tecnico del settore infrastrutture stradali per liberare le carreggiate dalle enormi quantità di fango e detriti che si sono riversate sui tracciati.