PRIMARIE “AGRIGENTO 2020”, LA COMMEDIA PERFETTA NELLA TERRA DI PIRANDELLO
Nella terra di Pirandello è stata scritta una commedia, poi divenuta farsa, che nemmeno il grande drammaturgo poteva immaginare. Il teatro è stato offerto dalla politica, quella che ha perso la bussola, quella partorita dalla fantasia di menti pronte a dire tutto e il suo contrario. Quella che ha elaborato una nuova matematica che poggia sulla illogicità.
La storia, ormai, è nota in campo nazionale. Una commedia dove a ricevere fischi è il Partito Democratico, il partito di Renzi il rottamatore, il partito che predica bene e razzola male. Il partito che in direzione regionale lancia personaggi “under 40”, ma che ad Agrigento conferma l’ancien regime. Il partito double face. Il Partito Democratico che ad Agrigento lancia le primarie che somigliano ad un fritto misto. Quattro mila persone che vanno a votare. Dalle urne esce bastonato il candidato del Pd con appena 800 voti, mentre esce vincitore il candidato di Forza Italia.
Lasciamo perdere le affrettate dichiarazioni del vincitore di berlusconiana fede, una serie di dichiarazioni senza controllo. Una peggio dell’altra. Fin qui la commedia. Poi la farsa. Il “rinnovo” della fiducia della coalizione a Silvio Alessi, e parallelamente la presa delle distanze del Pd, rimbrottato da Raciti e dalla Serracchiani.
Poi, lo stesso Pd vuole annullare le primarie. Poi lancia Angelo Capodicasa. L’uomo nuovo dell’era Renzi. L’area Renzi provinciale si ribella, si mette un velo davanti per coprire la farsa scritta da un Pd che appare come una barca a vela che riesce a fermarsi anche quando ha il vento in poppa. Quella del Pd sembra una strategia tratta dal manuale del perfetto perdente.
In tutto questo contesto, il candidato Udc Lillo Firetto può dire agli agrigentini che non ha le mani unte dall’olio del fritto misto cucinato dal centrosinistra. E c’è spazio anche per l’antipolitica, per il candidato leghista Marco Marcolin, che può attirare il voto di protesta.
Di certo, ha vinto quel gruppo di renziani agrigentini che si è opposto alla logica del vecchio partito. Ha perso il “rivoluzionario” Rosario Crocetta che ha sposato il fritto misto; si è anche spostato da Palermo ad Agrigento per partecipare alla scelta del menù. Ha perso Forza Italia, che appare sempre più senza bussola. Ha perso anche Michele Cimino.
Un fritto misto che è stato indigesto per parecchi menti della politica.